GAIA PAPI
Cronaca

Morto per dimagrire. A 20 anni si fa operare, poi i dolori addominali. Il pm: omicidio colposo

Il giovane pesava 160 chili e aveva deciso di sottoporsi alla riduzione dello stomaco. Pochi giorni nuovo ricovero a Roma. I genitori: tre ore per portarlo in ospedale. La clinica toscana: "Decorso senza complicazioni, rifaremmo ogni scelta medica".

Due giorni fa Filippo C. avrebbe compiuto 20 anni. Non voleva aspettare di soffiare le candeline per esprimere un desiderio, il suo più grande sogno era andato a cercarlo in una sala chirurgica, quello di perdere peso: era 160 chili. Afflitto da problemi di obesità, Filippo, romano, aveva deciso di sottoporsi a un intervento chirurgico di riduzione dello stomaco, nella clinica aretina Centro Chirurgico Toscano, uno dei principali poli regionali della sanità privata. Ma dopo otto giorni dall’intervento, ritornato a casa, Filippo è morto dopo due successivi passaggi in ospedale. Sulla morte indaga per omicidio colposo la procura di Roma.

Filippo si era operato il 19 aprile nella clinica aretina. "Un intervento di routine, senza complicazioni" spiega Stefano Tenti, direttore sanitario e comproprietario del Centro Chirurgico Toscano, addolorato per la tragedia. "Il ventenne era stato dimesso perché il decorso post operatorio non aveva mostrato complicazioni", per quanto risulta ai medici della struttura.

"Su quello che è successo dopo – dice Tenti – si possono fare solo ipotesi". Il ragazzo si era rivolto a un noto medico romano, "uno dei più importanti specialisti del settore che opera sia nella capitale, sia al Centro Chirurgico dove riserva gli interventi più complessi" spiega Tenti. "Quando abbiamo saputo di questa tragedia, siamo subito andati a riguardarci la cartella clinica. Non c’è niente che non rifaremmo come lo abbiamo fatto".

La convalescenza non aveva creato particolari problemi, spiegano dalla clinica. Filippo doveva seguire le cure con l’eparina, per evitare embolie, per molti giorni anche dopo le dimissioni. Che avvengono domenica 21 aprile, quando Filippo ritorna a casa alla Balduina, un quartiere di Roma. Ma dopo pochi giorni si sente male. È il 25 aprile quando i dolori addominali divengono insopportabili tanto da recarsi al pronto soccorso del San Carlo di Nancy. Filippo viene visitato, i medici, non riscontrano nulla di grave e il ragazzo firma per le sue dimissioni. Ma a casa i dolori continuano.

I familiari chiamano il 118. Secondo la denuncia fatta dai genitori i sanitari avrebbero impiegato circa tre ore a trasportare il ragazzo a causa del peso e del fatto che fosse ormai inerme. Quando arriva al Gemelli le sue condizioni sono ormai disperate, muore quaranta minuti dopo il ricovero. La famiglia è sotto choc. Filippo avrebbe compiuto 20 anni il 29 aprile. Un compleanno che non ha mai potuto festeggiare. Domenica scorsa il padre del ragazzo ha presentato una denuncia ai carabinieri.

Il pm di turno della procura di Roma, Fabio Santoni, ha aperto un fascicolo per omicidio colposo contro ignoti. Sul caso indagano i carabinieri che hanno già sequestrato alcune cartelle cliniche. Nel frattempo è già stata disposta l’autopsia, programmata per il prossimo venerdì: l’esame riuscirà a chiarire le cause della morte, l’eventuale presenza di causalità fra l’operazione e il decesso del 20enne e le eventuali responsabilità. Il caso di Filippo riporta alla memoria la storia di Giada De Pace, morta su un tavolo operatorio durante un intervento, e Immacolata Buontempone, morta nel 2013 a soli 43 anni. Entrambe si erano sottoposte a interventi per perdere peso.