LUCIA BIGOZZI
Cronaca

"Un essere senza umanità". Morto nel rogo a Roma, identificato l’autore del video: e il padre della vittima attacca

La grande amarezza di Alberto Sandrelli. L’uomo che ha filmato la scena indagato per omissione di soccorso. Scovato dalla Polstrada attraverso la scia lasciata dal video sui social

Arezzo, 28 aprile 2023 – “Un essere inumano". Pronuncia a stento la frase ma sceglie con cura la definizione. "Inumano" è l’unica parola che Alberto Sandrelli riesce a trovare pensando ad Adriano S., il romano che ha filmato con il telefonino suo figlio Francesco, ridotto a una torcia umana accanto all’auto in fiamme, sul grande raccordo anulare, alle porte di Roma. Al video, postato sul sito Welcome to Favelas (e subito cancellato per la crudezza del contenuto), l’uomo aveva aggiunto commenti "live", proprio mentre dalla sua auto assisteva alla scena affiancando quella di Sandrelli ormai avvolta da fiamme e fumo: "A zì, che ha pijato foco?". E ancora: "Senti che callo (caldo in dialetto, ndr), mamma mia". Ora, è indagato per omissione di soccorso e gli uomini della Polstrada lo hanno individuato risalendo la "corrente" dei social dove ha lasciato la traccia che poi lo ha incastrato. E’ proprio Adriano S. a farsi avanti, su Facebook, infilandosi tra i commenti su quel giorno (era il 6 febbraio) e la tragica fine di Francesco, 53 anni, artista cortonese, morto il 24 marzo all’ospedale Sant’Eugenio dopo un mese e mezzo di agonia. E’ lui a raccontare la sua verità, confermando di essere stato l’autore del video. Scrive che Sandrelli "non stava sdraiato in terra. Diciamo che era un situazione strana. Magari poteva fare qualche gesto strano e peggiorare le cose. E poi c’erano i carabinieri incolonnati in auto non lontano da me". Un tentativo di difesa, quasi a giustificare il motivo per il quale è rimasto a filmare anziché fermarsi e tentare di soccorrere.

“Inumano, non riesco a trovare un’altra parola", ripete da Cortona Alberto, mentre allunga lo sguardo sulla vigna di Francesco: "Era la sua passione, la curava come si fa con un giardino. Era orgoglioso del suo vino e aveva disegnato l’etichetta. Amava la natura, era iscritto al Wwf, una persona speciale, molto intelligente". Di lui gli restano i momenti di vita condivisa nella casa dell’azienda agricola di famiglia, ma sopratutto "le poesie e i suoi quadri, una carezza per tutti noi. Viviamo un dolore infinito, siamo stati due mesi accanto a Francesco, un’agonia indescrivibile".

In mezzo a tanto strazio, sapere che chi ha filmato il figlio mentre moriva ha un nome e un cognome, porta il conforto della giustizia che farà il suo corso. "Francesco è stato eroico perché ha perso secondi importanti dopo l’incendio dell’auto per accostare in corsia di emergenza prima di scendere, evitando così che altre persone potessero farsi male". L’ultimo abbraccio di un padre.