
Lo stilista sta lavorando per rilanciare una delle più importanti in centro, quella di piazza San Michele
La saracinesca è chiusa da due anni. E l’ultima serrata ha sancito la fine di una storia decennale, nel cuore del centro. L’edicola del Corso che affaccia su piazzetta San Michele sta lì, senza vita ormai da tempo, a testimoniare la ferita. Perchè un’edicola che chiude, al di là dei motivi che ne determinano il tramonto, rappresenta un passo indietro, per tutti.
E quando rinasce dalle sue ceneri, è una vittoria per la città. è il caso dell’edicola di piazza San Jacopo che ha rischiato la fine di tante altre "sentinelle" dell’informazione e della cultura, ma pure dell’aggregazione sociale, oggi sbarrate in diverse zone, dal centro alla periferia. Ma il passo, decisivo, di Patrizio Bertelli, ha messo il sigillo al nuovo corso del punto vendita e, alimentato un nuovo fermento nella piazza.
Ora c’è un altro Mecenate interessato all’opera di salvataggio di un’edicola che ha segnato un pezzo di storia della città. Beppe Angiolini, stilista e imprenditore apprezzato nel mondo sta lavorando per rilanciare l’edicola di piazzetta San Michele, mantenendo l’identità del chiostro di giornali e riviste ma non solo. Allo studio c’è l’intenzione di farne anche un polo innovativo e di tendenza, sia sul piano commerciale che su quello turistico. Il leit motiv è l’armonizzazione dello storico chiostro con il contesto di particolare bellezza di questo scorcio del centro incastonato tra i vicoli che collegano il Corso alla parte alta della città.
Come un abito, cucito a pelle sul corpo di una donna per esaltare le forme e l’eleganza. Angiolini sta lavorando all’idea per salvaguardare un luogo-simbolo che richiama la storia della città ma che grazie alla sua visione rappresenterà un anticipo di futuro.
Un’idea che potrebbe aprire un’altra finestra di bellezza, un altro punto di riferimento per gli aretini e per i turisti, sempre a caccia di suggestioni ed emozioni. E pure in un’edicola che riprende vita sotto il segno di uno stilista-Mecenate, c’è tutto un mondo da scoprire.
Un’operazione che segue la traccia già aperta dall’imprenditore aretino con l’acquisizione del vecchio deposito di cereali a Pescaiola. Un edificio che ha segnato un’epoca nella lunga storia industriale della città, con le sue fabbriche e il reticolo di aziende orafe nate sulla scia del colosso Unoaerre.
Quell’edificio, coi i due silos che svettano al cielo, un tempo destinati a raccogliere e stoccare quantitativi di cereali pronti per la commercializzazione, nella visione dell’imprenditore-Mecenate diventeranno luogo di incontro per artisti, testimonianza concreta di rigenerazione urbana secondo i canoni dello stile. Un luogo dove l’arte va a braccetto con la musica, la moda. Mostre, eventi culturali, biblioteca: sono solo alcune delle opzioni che segneranno il futuro di un luogo- simbolo della città. Come l’edicola di San Michele per la quale si apre un nuovo capitolo di una storia proiettata nel futuro.
Lucia Bigozzi