
Montezemolo sulla lizza "Amo la piazza e il centro"
di Lucia Bigozzi
Dichiara il suo amore per Arezzo e lo fa sulla lizza a pochi passi dal Buratto mentre Piazza Grande si infiamma di colori. "Una città bellissima che amo molto, vedere questa piazza è emozionante". Luca Cordero di Montezemolo è qui "percnè ho degli amici, uno dei quali è Francesco (Macrì, sta al suo fianco, ndr). "Sono stati proprio gli amici aretini a parlarmi della Giostra del Saracino e ho voluto vederla da vicino". E a chi gli chiede se tifa per un quartiere, si stringe sulle spalle e rispetta il codice della piazza, con un pizzico di scaramanzia. "Non posso parlare...".
Parla del suo rapporto con il santuario della Verna e ricorda l’impegno per la cappella nel bosco in fase di realizzazione: "è un luogo che frequento e lo consiglio a tutti per dedicare tempo alla riflessione". Poi raggiunge la tribuna centrale, quella delle autorità e dei vip: ci sono anche le discendenti di una maison d’alta moda: le sorelle Silvia e Ilaria Fendi. La lancia d’oro dedicata a Luca Signorelli finisce nel grande mare di braccia che si dispiega sotto il palchetto dell’araldo. è la nvoità di quest’anno e la consegna passa dalle mani del sindaco Alessandro Ghinelli. La festa esplode, la rabbia e la delusione attraversano i quartieri che tornano a casa a mani vuote. La Giostra si decide agli spareggi tra Porta del Foro e Porta Sant’Andrea, ma tuttop comincia con una tensione che sale nella piazza, come una marea. I quartieristi urlano slogan e sfottò, srotolano striscioni, innalzano i telefonini come vessilli di buon auspicio. Cos’, da un campo all’altro della piazza. L’atmosfera è elettrica: solo lo spettacolo straordinario degli sbandieratori, le schermaglie sulla lizza e i giochi di bandiera, riescono a tenere a bada la tensione. Tutti assistono alle evoluzioni accompagnate dagli applausi. Sono ancora i Musici a emozionare con l’inno della Giostra: tutti in piedi sulle tribune e nella piazza. Un canto solo, a squarciagola. È Arezzo e la sua Giostra, le radici e l’appartenenza a una storia che si rinnova nella sfida a Buratto. La piazza è blindata ma senza esagerare e nel rispetto della festa popolare: gli uomini della polizia municipale guidati dal comandante Aldo Poponcini sono dislocati nei punti caldi dove i quartieristi si agitano di più: come accade tra i figuranti rossoverdi quando scendono al pozzo i cavalieri di Porta Sant’Andrea o quando i giallocremisi avanzano verso lo spazio dei biancoverdi. Scaramucce. E gli uomini in divisa, polizia e carabinieri, sorvegliano i settori della piazza.
Il piano sicurezza coordinato dal prefetto Maddalena De Luca funziona, in una piazza gremita e "caldissima". Il colpo di scena degli spareggi tra Porta del Foro e Porta Sant’Andrea alimenta un clima al cardiopalma, giocato sui minuti e le ultime due carriere che chiudono la sfida. Quando l’araldo pronuncia il 5 marcato dal cavaliere di Porta Sant’Andrea che assegna la vittoria ai biancoverdi, la piazza esplode in un tripudio di colori e di sentimenti altalenanti: la gioia, incontenibile, dei vincitori e l’amarezza di chi come Porta del Foro ci ha creduto fino in fondo. È la legge della lizza. Ma lo spettacolo è tutto da vivere.