Michelangelo Rapito. Il Castello è da record

Anche nel periodo natalizio i visitatori hanno preso d’assalto l’esposizione. Ultimo mese per immergersi nel fascino e nella storia delle immagini.

Michelangelo Rapito. Il Castello è da record

Michelangelo Rapito. Il Castello è da record

POPPI

Migliaia di visitatori anche in questo periodo natalizio hanno varcato il massiccio portone del Castello di Poppi per immergersi nel fascino della storia e nell’incanto delle immagini della mostra Michelangelo Rapito, capolavori in guerra dagli Uffizi in Casentino, visitabile fino al 28 gennaio 2024. Italiani e stranieri, famiglie e studenti, appassionati e curiosi hanno intrapreso un viaggio insieme alle iconiche opere d’arte che, durante la Seconda guerra mondiale, trovarono la salvezza nel Castello di Poppi.

Una grande l’opportunità quella che offre ai suoi visitatori Michelangelo Rapito che ricostruisce la rocambolesca vicenda che ebbe come protagoniste centinaia opere d’arte degli Uffizi e dei musei fiorentini prima messe in salvo, poi trafugate dai nazisti e alla fine recuperate.

La mostra è stata promossa dal Comune di Poppi nell’ambito del programma degli Uffizi Diffusi ed è iniziata a luglio dopo la presentazione con il direttore delle Gallerie degli Uffizi, Eike Schimdt e il presidente della Regione, Eugenio Giani.

"Questa è una storia di bellezza salvata – aveva evidenziato il sindaco Carlo Toni – e di salvaguardia del patrimonio artistico in tempo di guerra quanto mai attuale".

Perché Michelangelo rapito? "La notissima Maschera di Fauno attribuita a Michelangelo è la misteriosa protagonista della mostra sulle vicende che legarono indissolubilmente il Casentino e il patrimonio artistico fiorentino durante la Seconda guerra mondiale – ha detto la curatrice Alessia Cecconi – La maschera, trafugata dai nazisti dal Castello di Poppi nell’agosto del ’44, purtroppo non è mai stata ritrovata. Rodolfo Siviero ha cercato quest’opera per decenni.

Denise Vangelisti aggiunge: "Abbiamo sostenuto con convinzione questo progetto per restituire alla nostra comunità, ma anche a tutti i visitatori che arrivano al castello da ogni parte del mondo, una pagina di storia piena di fascino che merita di essere conosciuta".