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Mario, lo scultore per passione a Foiano: "Dedico le opere al mio maestro"

Mario Sbardellati, scultore di Foiano, presenta la sua ultima opera: un'imponente scudo dei Crociati dedicato al maestro Giuseppe Ursi, che avrebbe compiuto 100 anni. Un omaggio all'arte e alla creatività che Sbardellati vive con entusiasmo.

Mario, lo scultore per passione: "Dedico le opere al mio maestro"

"Quando creo provo una grande emozione, penso al mio professore e rivivo la giovinezza". Mario Sbardellati, osserva l’ultima opera, prima "sognata la notte", poi disegnata su un foglio e infine scolpita e dipinta su legno. Raffigura lo scudo dei Crociati e ricalca il profilo del leader dell’Ordine dei Templari: Jaques de Molay.

Un’opera imponente, alta oltre due metri, che Sbardellati ha realizzato per un committente che, alla fine, ha rinunciato all’acquisto. E oggi, lui la rimette sul mercato, lanciando un appello ad appassionati e collezionisti. Ma l’aspetto che più sta a cuore allo scultore foianese che ha trasformato la sua casa in un laboratorio-museo, è rendere omaggio al maestro che lo ha formato all’arte e accompagnato sulla strada della creatività che Sbardellati ancora oggi attraversa con l’entusiasmo dell’esordio. "Desidero dedicare questa opera al professor Giuseppe Ursi, mio insegnante al Professionale di Foiano. Con lui ho scoperto la bellezza dell’arte e le emozioni che ogni creazione mi regala. Proprio in questi giorni, Ursi avrebbe compiuto cento anni e voglio ricordarlo con grande affetto per la professionalità e il livello artistico. Ursi era nato a Taranto e negli anni milanesi ha avuto come maestri i più grandi artisti del Novecento: da Marino Marini ad Arturo Martini. Negli anni la mia abitazione è diventata una sorta di piccolo museo dove si possono visitare tutti i lavori che raccontano la mia produzione artistica".

Sbardellati vive l’arte a trecentosessanta gradi, spinto dalla curiosità e dal desiderio di sperimentare nuove tecniche, come la pittura utilizzando polvere di ceramica: "Un’invenzione di cui vado fiero".

Lucia Bigozzi