Federico D'Ascoli
Cronaca

Mancini, la fine di un impero: beni all'asta per venti milioni

Cento tra palazzi e cantieri in vendita per il fallimento dell'ex patron. La sede della Cometi e lo ‘scheletro’ di via dei Carabinieri vanno intorno ai 4 milioni

Piero Mancini

Arezzo, 18 aprile 2019 - Una lunga lista di parole e numeri. Cento immobili, la base d’asta, gli estremi catastali, l’indirizzo e il rilancio minino. Il fallimento del Gruppo Mancini è finito sulle pagine dei giornali nazionali in forma di elenco degli immobili all’asta appartenuti all’ex presidente dell’Arezzo. Tutto deriva dal fallimento di alcune ditte di proprietà di Piero Mancini, facoltoso imprenditore di 71 anni che di recente si è riavvicinato all’amaranto e stasera potrebbe essere a Chiavari a vedere la squadra di Dal Canto contro la capolista Entella.

Dal campo allo studio del notaio Barbara Romana Pedone, di stanza a Cortona. Il termine per la presentazione delle offerte è fissato all’11 giugno, il 13 alle ore 10 l’apertura delle buste con le offerte nella sede operativa di Ponte a Chiani. L’avviso di vendita immobili è firmato dal commissario straordinario del Gruppo Mancini, l’avvocato Antono Casilli. La vendita è la conseguenza del crac di alcune aziende del Gruppo: nell’avviso appaiono Mancini RE, Sicurt, Cometi e G.Sei. In totale per mettere le mani su 106 immobili si parte da oltre 20 milioni di euro.

Nell’elenco ci sono appartamenti, capannoni industriali, posti auto ma anche lo «scheletro» di via dei Carabinieri, proprio davanti al supermercato Eurospin. Tante proprietà sono nel comune e nella provincia di Arezzo, ma ci sono anche proprietà ad Ascoli, Fermo, Pisa, Firenze e Perugia.

Il prezzo più alto si paga per la sede della Cometi in via degli Industriali a Sansepolcro. L’azienda di Mancini ha iniziato occupandosi di mezzi d’opera ferroviari fino ad arrivare agli impianti fotovoltaici. Per il complesso della zona industriale Alto Tevere servono oltre 4 milioni di euro, con rilanci da 232 mila euro. Subito dopo c’è il cosiddetto «Villaggio Mancini», il centro commerciale fantasma in via dei Carabinieri, alle porte della città.

Si parte da 3,9 milioni, mentre quella da 5 era andata deserta nel gennaio scorso. Si scende a 2,2 milioni per il centro direzionale di via Molinara a Ponte a Chiani. Decisamente più convenienti i posti auto di via Ombrone da 2300 euro, anche se un appartamento da undici vani nell’ex stabilimento Gargini parte da oltre mezzo milione. Ne servono, infine, 1,3 per aggiudicarsi alcuni capannoni industriali di Pratantico. Un conto da 20 milioni che potrebbe far respirare i creditori di Piero Mancini.