LUCIA BIGOZZI
Cronaca

Manca personale, locali in bilico Imprese a caccia di 700 dipendenti

È il fabbisogno a livello provinciale nel settore turismo. Lo stima il rapporto Excelsior tra gennaio e marzo. Dopo la chiusura della vineria storie di ristoratori a corto di camerieri. Vestri: "Dalla Città di Natale all’affanno".

Manca personale, locali in bilico Imprese a caccia di 700 dipendenti

di Lucia Bigozzi

I cartelli colorati hanno tutti la stessa frase: "Cercasi personale". Sono tornati a tappezzare le vetrine di ristoranti e bar dopo la lunga maratona del "siamo al completo" che ha accompagnato la Città di Natale. Si arriva perfino al paradosso, purtroppo la realtà, di un locale come La Vineria al 10 (martedì abbiamo raccontato la storia) che chiude perchè da nove mesi non ha ricevuto risposte agli annunci di lavoro lanciati ovunque. E dire che in provincia sono previsti 690 posti di lavoro nel settore turismo-ristorazione secondo le stime del rappoprto Excelsior per Camera di Commercio, calibrate tra gennaio e marzo 2023.

Il "tour" tra le attività a caccia di addetti e già all’opera per organizzare la prossima stagione che apre con la Pasqua, comincia da via Crispi. Nei due locali (Poke e Crispi’s) Federico Vestri non fa altro che rinnovare il cartello ormai sbiadito. "E’ da un anno e mezzo che cerchiamo personale ma si presentano in pochi e tra quelli che lo fanno, buona parte non ha i requisiti mentre altri superano colloquio e prova pratica, si arriva a stipulare il contratto e il giorno in cui si devono presentare al lavoro danno forfait. In questo modo il danno per noi è triplice: perdita di tempo per colloquio e prova, costo del commercialista per avviare il contratto", spiega il presidente dei ristoratori Confcommercio della provincia di Arezzo. Unica eccezione, il tempo della città del Natale: "Abbiamo assunto tre ragazze coprendo il fabbisogno ma quando ho proposto loro di proseguire la collaborazione, non hanno accettato e siamo tornati al punto di partenza". Vestri rimarca la difficoltà a selezionare "persone interessate a investire il futuro in questo settore. E’ falsa l’idea di una remunerazione non consona: proponiamo assunzione, tredicesima e quattordicesima. Per noi non è una questione di cifra ma di volontà e di impegno da parte della persona".

Al ristorante "I tre bicchieri", Teresa Amendola ha appena colmato il gap dopo il periodo durissimo della pandemia e una ripartenza faticosa in estate "perchè uscendo dal periodo di chiusure forzate non avevo più personale". A lei è andata bene, nel senso che le tre persone selezionate per il locale "desiderano fare questo mestiere", ma di fronte a un locale che chiude perchè non trova collaboratori riflette e si interroga: "E’ un grande dispiacere perchè si tratta di una decisione indotta da fattori esterni. Mi domando cosa possiamo fare perfar tornare le persone a scegliere questo settore professionale. Dobbiamo impegnarci tutti ma va sfatato una volta per tutte il luogo comune degli imprenditori non corretti. Noi siamo specialisti nell’ospitalità, lavoriamo per far star bene le persone e dunque anche chi condivide con noi l’impegno. A monte c’è un problema che incrocia più motivi: dall’effetto pandemia che ha cambiato l’approccio e la cultura del lavoro, sopratutto tra i giovani, al lavoro online, al ruolo dello Stato rispetto a questo fenomeno". Il quadro non cambia in provincia. A Bibbiena, Cesare Ghelli, titolare de La Vite, evidenzia un aspetto: "Il nostro lavoro è fatto di picchi che dobbiamo gestire ma non è facile perchè non ci sono persone disponibili e il nuovo approccio al mondo del lavoro dopo la rivoluzione-pandemia non prevede condizioni adeguate di adattamento". Nel suo ristorante Ghelli, al timone del settore di Confesercenti, ha "ragazzi diciottenni o ventenni che studiano e che il fine settimana lavorano con me e mia moglie", Ma è ancora in cerca di personale perchè a breve gli studenti si diplomeranno e seguiranno altre vie. E per lui, tutto ricomincerà da capo.