Maltrattamenti in famiglia e truffe, i Carabinieri intervengono

Sansepolcro, serrati controlli delle forze dell'ordine. Alla luce violenze e truffa

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Arezzo, 24 gennaio 2020 - Truffe e maltrattamenti, Carabinieri al lavoro. La prevenzione ed il contrasto ai reati contro le donne vittime di abusi o violenze, la cosiddetta violenza di genere, è tra le priorità quotidianamente all’attenzione dei Carabinieri ed anche in questo caso i militari della Compagnia di Sansepolcro, a conclusione di minuziosa attività d’indagine, hanno denunciavano un operaio 57enne, disoccupato, di origine albanese e residente da anni nel biturgense. L’attività investigativa svolta da militari ha consentito di accertare che l’uomo ha posto in essere ai danni della moglie 50enne,  anch’essa albanese, reiterati comportamenti vessatori, violenti ed aggressivi, consistiti in ingiurie, minacce, molestie, aggressioni verbali, tali da arrecare sofferenze fisiche e morali, più frequenti negli ultimi periodi, in particolare a seguito della richiesta di separazione da parte della donna che ha deciso di porre fine al loro legame e di subire soprusi.

Nel corso della ricostruzione dei fatti è emerso in tutta la sua gravità il disagio sociale vissuto dall’intera famiglia: infatti, sentita dai militari, la donna ha anche denunciato episodi di molestie sessuali compiute tempo addietro dal marito nei confronti della figlia all’epoca minorenne. La donna, non avrebbe mai denunciato i fatti perché timorosa di eventuali ritorsioni da parte del coniuge.

 Carabinieri della Compagnia di Sansepolcro hanno denunciato una 68enne di origini salentine, residente nel maceratese, titolare di un’agenzia di viaggi di Civitanova Marche che, dopo aver contratto un impegno di collaborazione con una donna residente in Valtiberina per procacciare nuovi clienti, con artifizi e varie promesse rimaste arbitrariamente tali non le ha corrisposto le provvigioni pattuite e dovute. I carabinieri hanno accertato che da parte della donna salentina c’è stata la coscienza e volontà di trattenere il denaro dovuto per le provvigioni traendone un illegittimo profitto dopo che l’agenzia ha potuto organizzare i viaggi con i clienti individuati grazie all’intermediazione dell’altra donna.