REDAZIONE AREZZO

Ma quella partita di scacchi non è stata vinta

Nel 1956, al Dartmouth College, nacque ufficialmente l'Intelligenza Artificiale. Da Alan Turing a McCarthy, il percorso storico che ha portato alle moderne tecnologie.

Ma quella partita di scacchi non è stata vinta

Quando è nata l’IA? Tappa principale fu nel 1956, quando si tenne un convegno al Dartmouth College, a cui presero parte i maggiori esponenti dell’informatica. Tra questi, Alan Turing che già nel 1936 aveva posto le basi per i concetti di calcolabilità e computabilità. Nel 1950 scrisse l’articolo "Computing Machinery and Intelligence", in cui affermava: "Una macchina può essere considerata intelligente se il suo comportamento, giudicato da un essere umano, fosse stato considerato indistinguibile da quello di una persona". Nello stesso anno, McCarthy coniò il termine "intelligenza artificiale". L’anno successivo, Herbert Simon cominciò a credere che, nell’arco di 10 anni, l’IA sarebbe stata in grado di battere un campione di scacchi. La cosa non si avverò, questo testimonia le aspettative, sul concetto di IA forte e di IA debole. L’IA forte era in grado di sviluppare una coscienza di sé, quella debole poteva solo risolvere problemi matematici e logici. Negli anni 60, Shakey e Stanford Cart e Shrdlu furono rispettivamente il primo robot, il primo carrello e il primo software sviluppati ad avere capacità di ragionamento e deduzione. Il tema dell’informatica suscitò sempre più interesse nella comunità scientifica e, nel 1982, R1 fu applicata in ambito commerciale. Le IA, nel corso degli anni, sono state innumerevoli, ed è solo grazie ad esse che siamo riusciti ad arrivare a quelle odierne. Quindi, non dimentichiamo mai che è il passato che conduce al presente.