
luminarie
Arezzo, 12 dicembre 2021 - A intermittenza. Sono le lucine delle luminarie natalizie distribuite sì ma a macchia di leopardo. Con centro e quartieri cittadini a due velocità. Così se in alcune strade è una gara all’addobbo più bello, senza allontanarsi troppo dai fasti della Città di Natale, ci sono zone del centro più in ombra di altre. Basti pensare alla centralissima piazza San Francesco, che resta spenta nonostante sia un punto nevralgico del passaggio. L’allestimento delle luminarie infatti spetta ai commercianti, mentre il comune fornisce l’allaccio e paga il costo dell’energia. Una bolletta della luce che si aggira ogni anno intorno ai 25mila euro e che copre il costo della fornitura elettrica. Mentre l’allestimento spetta alla buona volontà dei commercianti che spendono una media di 100 euro in periferia e 150 più iva in centro, per il montaggio delle luminarie. Anche la scelta degli addobbi compete al gusto e al portafoglio di ognuno. Ecco perché strada che vai, luminaria che trovi. Vale per il centro e vale per la periferia.
Così ci sono zone come le centralissime via Crispi e via Roma che per la natura stessa delle strade e per grandezza, comporterebbero una spesa che i negozi da soli non sono in grado di sostenere. E ci sono strade come via De’ Cenci o via San Giovanni Decollato che non solo sono illuminatissime, ma hanno addirittura acquistato le luminarie col nome della via. “Ci sono zone come piazza Sant’Agostino con un allestimento da circa 5mila euro, in cui il costo per i negozianti è sceso sotto 100 euro perché in quella zona i commercianti sono più numerosi e si sono trovati d’accordo – spiega Cristiano Beligni referente per le luminarie di Confcommercio – ci sono piazze come San Francesco al buio perché le attività sono poche ed è bastato che alcuni fossero in disaccordo per impedire l’allestimento. In via Roma e via Crispi c’è invece una difficoltà tecnica perché la strada è molto grande e i costi lievitano, è difficile sostenerli solo da parte dei commercianti, così lì si è optato per addobbi diversi come quelli sulle porte. Altro problema riguarda le catene e i franchising che non partecipano mai alla spesa per le luminarie, c’è grande difficoltà a parlare col referente o il titolare e questo non è giusto. A risentirne sono alcune zone come il Corso basso in cui le catene sono più presenti a scapito dei privati”.
E se il tema luminarie ha sempre portato grandi dibattiti anno dopo anno, anche fuori dal centro le luci vanno e vengono. Così capita che via Vittorio Veneto sia illuminata ma solo fino a piazza Saione, che via Piave abbia le lucine solo nella metà che ospita negozi, che un tratto di Pescaiola sembri una succursale della città di Natale. In via Giotto si è optato per luminarie solo nella strada interna e nel tratto dei negozi, ci sono metri di luci in via Lorenzetti e via Trento e Trieste, in un pezzo di via Tarlati, e così via. Ogni quartiere ha tratti scintillanti e vie al buio.
“In generale il livello delle luminarie andrebbe alzato: il periodo del Natale è una vetrina importante e andrebbero fatti investimenti mirati, diventando appendibili potremmo coinvolgere anche qualche sponsor – prosegue Beligni - le ditte installatrici si muovono già a settembre facendo il giro delle strade e chiedendo disponibilità. Mostrano costi e soluzioni. La spesa spetta ai negozianti, il Comune fornisce la corrente. Dove la densità delle attività e l’affiatamento lo permette, si realizzano allestimenti più belli”.