
di Luca Amodio
Cresce l’export, anche se meno della media regionale: Arezzo "difende" il secondo posto tra le province della Toscana, davanti solo Firenze. I metalli preziosi mantengono il primato, seppur in trend negativo. Bene la gioielleria e l’oreficeria il cui export cresce sul 2021. La moda dopo un brutto inizio si riprende e segna 477 milioni per il 2022. E’ il quadro tracciato dai dati Istat sulle esportazioni nei primi 9 mesi del 2022 che valgono per la nostra provincia 7,9 miliardi di euro su un totale regionale di quasi 40.
La variazione rispetto lo scorso anno è del +0,5%, quasi impercettibile rispetto al boom registrato in Toscana che segna 11 punti percentuali in più. Ora le esportazioni delle imprese del nostro territorio rappresentano il 20% del totale, il 22% l’anno scorso. In positivo le altre "sorelle" della regione con Siena, Prato e Pisa che corrono con surplus del +20%. In negativo solo Massa Carrara: -8,4%. Segnali nettamente positivi per la gioielleria e l’oreficeria dove le esportazioni aumentano del 19,2% spingendo il dato dei primi nove mesi a +2,3 miliardi di euro, il 25% più alto rispetto al 2021. Complice l’aumento del prezzo dell’oro che arriva a quasi il 15% nelle quotazioni in euro ma anche di un reale aumento della domanda nel mercato. Lo sottolineano anche le performance dei due distretti orafi nazionali: Vicenza (+29,3%) e Valenza (+23,9%).
Numeri incoraggiati dalla decisa ripresa di alcuni mercati strategici, "nei primi tre trimestri dell’anno l’export verso gli Emirati Arabi segna +15% con un valore assoluto di 550mila euro così come quello statunitense che porta 280 milioni di euro , attenzione anche alla domanda della Turchia che vale 272 milioni con una crescita di quasi il 50% e a quella algerina cresciuta di 8 volte", spiega il presidente della Camera di commercio Arezzo Siena, Massimo Guasconi.
Ancora una volta sono i metalli preziosi a confermarsi la voce più importante dell’export del territorio. "Questo mercato rappresenta più del 41% dell’esportazioni complessive - sottolinea il segretario generale Marco Randellini - seppur sia altrettanto netta la tendenza in negativo registrata nella prima metà dell’anno". E infatti facendo un paragone la flessione è di oltre il 22% rispetto ai primi 9 mesi del 2021. Complice del rallentamento è anche la diminuzione delle importazioni in Svizzera che rappresenta il partner commerciale più importante per le imprese aretine la cui voce per il 2022 non è nemmeno la metà di quella dello scorso anno.
Bene la moda che dopo il brusco arresto del primo trimestre ha recuperato terreno tant’è che il bilancio provvisorio segna +11% rispetto al 2021: ovvero 477 milioni di euro. E infatti, tutte le specializzazione produttive sono in crescita, dal +3,3% della pelletteria fino al +32% del tessile, passando anche per i buoni risultati dell’abbigliamento e delle calzature.