
Mariano con il collega Gianfranco Tassoni
Arezzo, 8 maggio 2019 - Tutti fuggono, lui corre nella direzione opposta: sceglie Saione, il quartiere «polveriera», l’angolo presidiato h24 dai controlli. E’ il caso di Mariano Scognamiglio, in tandem con Gianfranco Tassoni: ha l’esperienza della fiction, che l’ha visto protagonista non solo di «Un posto al sole» (faceva il medico) ma anche di serie più d’azione. Ma via Veneto non gli fa paura. «Il ristorante è aperto ormai dal 25 aprile: e finora di guai non ne ho proprio avuti».
Fa il percorso opposto a quello di Renato Pancini, il titolare del Foghèr: si lascia alle spalle il Corso e marcia verso via Veneto. E infila la direzione opposta anche a quella di Luca Scoscini, del quale ha preso il posto: ora uno è in piazza Grande e l’altro proprio in via Veneto. «E sapete? Sono sempre più convinto di aver fatto la scelta giusta». In parte obbligata, non nasconde con franchezza. «I prezzi in centro sono sempre più alti, anche dei fondi: ed è difficile ammortizzare con le tendenze turistiche attuali».
Degli aumenti parla come un piccolo bluff. «Il trend è ripreso in alcuni mesi: ma facciamo due conti, agosto, i ponti di primavera, ora il periodo dei mercati di Natale. Ma il resto?». Per lui è noia, per chi corre in centro no. Di fatto i suoi calcoli li ha fatti: e non è neanche un «pivellino» del settore, avendo due lauree, e presto tre, tutte tra ingegneria e informatica, un’altra delle sue passioni. Ma perché proprio Saione? «Me ne sono accorto appena arrivato: qui vivi il clima della grande città, anzi di una città. In centro spesso c’è una situazione rarefatta».
Il suo obiettivo non sono i turisti ma gli aretini,. «E per questo ho aggiornato il menu in modo tale da venire incontro a quelli che sono i gusti principali di questa città: a cominciare dalla qualità delle carni». E poi racconta di una rete che ormai si è aperta. «Entri la mattina e gli altri colleghi dei negozi ti salutano, parlano, ti riconoscono. E tutto il giorno è un quartiere vivo: passano le macchine, gli autobus, c’è il rumore della città che per me è anche il rumore della vita».
Viene da Napoli e questo è un altro motivo sul quale si fa forte per scacciare qualunque timore. E trasforma anche gli elementi preoccupanti. «Qui c’è gente di tante etnie, si respira un clima internazionale, a me non dispiace». Vede il quartiere critico con gli occhiali rosa. E in questo senso anche per l’associazione commercianti diventa quasi il simbolo della campagna che ha lanciato per riaprire le vetrine sbarrate.
Si chiama «wake-up», quindi svegliati. Le domande sono arrivate, di qui a breve diverse saracinesche dovrebbero sollevarsi: con spese zero per qualche mese e poi vedere di nascosto l’effetto che fa. Di fronte alle difficoltà che ha vissuto in centro ha puntato tutto sulla ruota di Saione. Vincerà o perderà: ma di sicuro va controcorrente: e già questo gli diverte parecchio