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Cronaca

Le caricature di Fanfani. Einaudi diventa cavalletta. Ironia per rompere la noia all’Assemblea Costituente

Una grande mostra a Bologna celebra l’Amintore artista a 25 anni dalla morte. Lo storico Ragghianti: "Dipingere è stata la sua attività preferita oltre la politica".

Le caricature di Fanfani. Einaudi diventa cavalletta. Ironia per rompere la noia all’Assemblea Costituente

Fornasari

Una grande mostra a Casa Saraceni di Bologna nel venticinquesimo anniversario della morte ricorda fino al 16 giugno Amintore Fanfani nelle vesti di pittore. Molto è stato scritto sulla sua vita politica. Poco conosciuta è invece l’attività artistica.

Carlo Ludovico Ragghianti, celebre storico dell’arte, nonché politico antifascista, aveva iniziato a interessarsi di ciò che faceva Fanfani negli anni Trenta, quando Benedetto Croce lo consigliò di leggere gli studi che l’allora giovane professore dell’Università Cattolica dedicava a vari aspetti della storia economica italiana. Iniziò però ad occuparsi di Fanfani artista quindici anni dopo. Negli anni Settanta frequenti scambi di vedute a voce e scritti, fecero sì che tra i due nascesse una profonda amicizia e che lo storico dell’arte lavorasse ad un manoscritto sul senatore pittore.

Ragghianti è morto nel 1987, dopo aver scritto il suo ultimo studio con dedica a Fanfani, che dopo poco la morte ha annunciato a Licia Ragghianti che il manoscritto sarebbe diventato il volume "Dalla pittura al pittore" (Fabbri editore). L’analisi dell’itinerario artistico che Ragghianti ha fatto di Fanfani che dimostrava una vocazione sincera e che lavorava con convinzione e coerenza. Non calza il paragone con Winston Churchill che era invece un domenicale, sebbene accademico.

Molte caricature con tratto pungente, alcuni delle quali realizzati su carta intestata dell’Assemblea Costituente, sono accompagnati dalle date e dal nome dei politici raffigurati, nonché da didascalie umoristiche su attimi particolari.

L’onorevole Luigi Einaudi è rappresentato come una cavalletta e come si legge nella didascalia "imperversa e sta due giorni sugli emendamenti di Amintore Fanfani". Il foglio è datato 13 maggio 1947. Al precedente 2 maggio risale la caricatura dell’onorevole Guglielmo Giannini con la didascalia "predica pace e promette all’onorevole Li Causi di mangiarlo vivo". Giordano Li Causi era rappresentante del Pci.

Guglielmo Giannini era a capo di un movimento d’opinione chiamato Fronte dell’Uomo Qualunque, che alle elezioni politiche del 1946, ottenne un buon numero di voti, tale da ottenere trenta deputati all’Assemblea Costituente, Giannini era il capogruppo. Ci sono i ritratti di Mario Pastore della Dc eletto per il collegio di Torino, Novara e Vercelli, di Carlo Sforza del Pri, e di Giuseppe Dozza del Pci e sindaco di Bologna dal 1945 al 1966. Carlo Sforza, dal volto severo e tenebroso, è stato ministro degli Esteri dal 1947 al 1951.

Molti sono i dipinti in mostra che, appartenenti anche ad altre collezioni, in particolare alla famiglia Fanfani, testimoniano non solo come Fanfani sia stato uno sperimentatore di luci, di colori, ma anche di emozioni, realizzando ogni scelta con una libertà assoluta in continua evoluzione. La caratteristica dei suoi dipinti è quella di essere in ogni caso espressione di un’indagine interiore, che porta alla contemplazione del reale in immagini aderenti all’oggettività.

Tracciando in modo mirabile il profilo dell’artista Fanfani, Carlo Ludovico Ragghianti sottolineò come "la sua bene nota perspicacia" non gli consentisse "di prendere per oro colato apprezzamenti ed elogi" che all’epoca potevano essere rivolti ai suoi dipinti in relazione all’uomo politico. Non essere oggi condizionati da eventuali forme di ossequio dettato dai ruoli istituzionali che Fanfani ha ricoperto, ma al contrario essere liberi di fare una lettura distaccata nella consapevolezza del valore della sua personalità, permette di esaminare il suo operato artistico alla luce della sua reale capacità. Fanfani ha dedicato la sua vita anche all’arte e non solo alla politica, sebbene a causa di quest’ultima, la sua attività artistica sia stata costretta a lunghe pause, essa non è mai stata marginale. Partendo dall’uomo di cultura, che ha sempre dimostrato di essere, Fanfani non è stato artista dilettante e non dipingeva per hobby, ma per l’esigenza di fare "qualcosa di necessario".

Affrontata con serio rigore, la pittura per Fanfani, che ha sempre distinto in se stesso l’artista dal politico, è il risultato di una ricerca iniziata da ragazzo in un ambiente familiare, dove l’arte era di casa, dimostrando fino dagli inizi una grande abilità. Disegno e politica hanno però avuto un momento di incontro. In mostra a Bologna, tra le opere prestate da Fiorenzo Silvestri, cultore d’arte e appassionato collezionista di opere fanfaniane, sono esposti anche alcuni schizzi con ritratti "fisiognomici" caricaturali, che Fanfani ha tratteggiato durante i lavori dell’Assemblea Costituente, di cui egli era uno dei membri.

I disegni, che fanno parte di un corpus di quarantasei fogli eseguiti tra il 1947 e il 1950, documentano uno spaccato del panorama politico italiano dei primi anni della storia repubblicana. I disegni esposti risalgono alle lunghe sedute del 1947 e nati per rompere e anche la noia.