Arezzo, 29 settembre 2024 – C’è un passo in avanti sul caso di Samuele Landi, l’imprenditore aretino scomparso otto mesi fa a Dubai. Un buen retiro che aveva scelto da molti anni per vivere insieme alla famiglia, moglie e figli. Qui otto mesi fa ha incontrato un tragico destino anche se la vicenda è ancora avvolta dal mistero, così da febbraio. Un mistero che ha segnato la scomparsa di un uomo protagonista di una vita avventurosa. Chi lo conosce, non avrebbe mai immaginato che potesse finire vittima di un naufragio rientrando dall’isola artificiale fuori dalle acque territoriali degli Emirati, sulla quale stava costruendo il suo progetto imprenditoriale.
Le novità, trapelata in queste ore, riguardano il rientro in Italia da Dubai della salma, presumibilmente di Landi. Il condizionale, in questo caso, è d’obbligo perchè sul corpo dell’uomo è stata disposta l’autopsia e probabilmente anche il test del dna: accertamenti che dovranno chiarire l’identità e le cause della morte. Di certo, per ora, ci sono un luogo, l’istituto di medicina legale di Careggi e un esame-chiave per fare luce sulla sorte dell’imprenditore aretino.
Risale al 13 febbraio scorso la notizia della scomparsa dell’imprenditore aretino durante una mareggiata che aveva travolto e spazzato via la chiatta su cui Landi, 59 anni, viveva per sperimentare un progetto avveniristico di abitazioni galleggianti, off-shore, ancorate in mare aperto. Un’isola artificiale dal nome esotico: Aisland. In quel disastro ci furono vittime, due vennero accertate dalle autorità locali ma altri cadaveri restavano da identificare.
Il timore, fin da subito, era stato che una delle vittime potesse essere proprio Samuele Landi. L’ultimo contatto con la famiglia risaliva al 2 febbraio precedente, il giorno in cui di lui si sono perse le tracce: una videochiamata interrotta all’improvviso, probabilmente dall’onda anomala del naufragio, è l’ultimo collegamento diretto tra i familiari e lo stesso Landi.
Nei giorni successivi, notizie frammentarie arrivate ad Arezzo da Dubai, ipotizzavano che i familiari dell’imprenditore avrebbero ricevuto dalle autorità locali una comunicazione informale, verbale - ma senza alcun documento -, riguardo alla corrispondenza delle impronte digitali di uno dei due cadaveri che erano stati ritrovati in mare e non identificati, con le impronte digitali del manager. Questo è quanto a suo tempo riferì l’avvocato che seguiva la famiglia.
Ed è su questo che l’autopsia sulla salma rimpatriata dagli Emirati Arabi, e che si trova da ieri nella cittadella sanitaria dell’ospedale fiorentino di Careggi dovrà dare le risposte a tutti gli interrogativi che restano aperti. Da ormai otto mesi.
Landi, dopo il crac della sua azienda di telefonia, Eutelia, nel 2010 si trasferì definitivamente negli Emirati Arabi stabilendosi con la famiglia e dove per la giustizia italiana risultava latitante fino alla sua scomparsa. Ora, il rebus potrebbe essere vicino alla soluzione.