
Già specializzata ora è lanciata verso un altro traguardo: cardiologia applicata ai piccoli "Qui hai più occasioni ma la domenica è il deserto: mi manca l’Italia, forse passo nel Ticino".
RepekAnno 2021, laurea in medicina a Bologna. Il tempo per un brindisi e poi la valigia. Dieci giorni dopo era già a Lugano per lo stage. Nel 2023 a Losanna per la specializzazione in pediatria con contratto triennale. Adesso ci potrebbe essere un’altra tappa verso la meta e cioè la specializzazione in cardiologia pediatrica. Bianca Mattesini è una ragazza che corre veloce e decide ancora più rapidamente. 29 anni tra poco, casa a Falciano nel comune di Subbiano fino al momento della prima trasferta, quella che l’avrebbe portata a Bologna per studiare medicina. Subito occhi aperti sull’Europa.
"Nel 2019 feci uno stage a Londra in un ospedale pediatrico di terzo livello, una struttura d’eccellenza ad alta specializzazione e per malattie rare. Una collega mi parlò della Svizzera: lei aveva già un posto che l’attendeva dopo la laurea. Mi dissi: perché non anch’io?". Laurea e 10 giorni dopo ecco Lugano. "Quello che mi convinse fu il sistema svizzero di formazione. Bologna è stata un’esperienza fantastica ma in Italia ci si preoccupa soprattutto della parte teorica. In Svizzera, il sesto anno del corso di laurea non è sui banchi ma nei reparti dell’ospedale. E i processi di autonomia professionale sono molto più veloci". La logica non è quella di ‘ascolta, guarda e impara’ ma ‘vai dal paziente, fai la diagnosi, ipotizza la cura e poi ne parliamo’. "Sono consapevole – precisa Bianca Mattesini – che le differenze derivano soprattutto dai numeri: popolazione, pazienti, specializzandi. La mia non è una critica al sistema italiano che deve fare i conti con numeri molto più grandi ma ho semplicemente valutato quello svizzero più adatto a me. La parte pratica è essenziale: se lavori sui bambini, li devi vedere e ti devi sentire responsabile. Anche i percorsi di accesso alla specializzazione non sono quelli complessi e basati su concorsi nazionali come in Italia. Qui fai la domanda a un centro di formazione, vieni valutata e – se l’esito è positivo – sei assunta".
Nel dicembre 2021 arriva a Lugano ma per completare la specializzazione deve lavorare almeno 2 anni in uno dei centri di formazione A, quelli di più alto livello che sono presenti solo in 7 città svizzere. Quindi domanda e assunzione a Losanna dove tra un anno terminerà il percorso di specializzazione. E questo dopo aver imparato, in poco tempo, anche il francese, lingua obbligatoria negli ospedali svizzeri. "Mi piace lavorare qui. Se pensassi solo al lavoro e alla carriera, non avrei il minimo dubbio sul rimanere in Svizzera. Solo che sono e mi sento italiana. Manca la famiglia: per vedere i miei genitori lo devo decidere mesi prima e chiedere le ferie. La vita a Losanna è molto diversa da quella di Arezzo o di Bologna. Qui la domenica è tutto chiuso e non incontri nessuno: d’estate vanno al lago e d’inverno a sciare. C’è più individualità e minore tendenza a stare insieme. I giovani che lavorano hanno stipendi che gli consentono di vivere per conto loro. Uno specializzando in Italia non ha un reddito che gli possa permettere questo. Qui è possibile farsi una famiglia e avere figli molto prima che in Italia".
Il futuro non è definito: una soluzione potrebbe essere il Ticino. "Qui vive il mio fidanzato e in questo cantone non solo si parla italiano ma anche i modi e i ritmi di vita si avvicinano ai nostri. Ci sto pensando ma non ho preso alcuna decisione anche perché dovrò probabilmente fare altre esperienze all’estero". La ragazza con la valigia non ha ancora il biglietto in mano ma la targhetta sul bagaglio è già scritta: cardiologa pediatrica.