
L’attore e regista Leonardo Pieraccioni a Maolin Bianco durante le riprese del suo film «Se son rose»
Presidente Lorenzo Parigi dell’Aero Club Arezzo, c’è un progetto di Enac che immagina brevi voli di linea per città medio-piccole come la nostra. Come giudica questa prospettiva?
"L’idea è vincente. Poter collegare Arezzo a Milano in tempi rapidi sarebbe una rivoluzione. Ma oggi siamo lontanissimi dalla realtà: Molin Bianco non ha strutture adeguate".
Può spiegare meglio cosa manca?
"Partiamo dai controlli: non c’è un metal detector, non c’è personale per caricare i bagagli. Noi siamo un’associazione di volontari. L’aeroporto può accogliere voli privati, non un servizio di linea con tutto quello che comporta. Non abbiamo operatività notturna, non abbiamo strumentazioni per i voli con maltempo. Questo significa che possiamo decollare solo in condizioni di bel tempo e con una pianificazione molto semplice. Servirebbero investimenti da centinaia di migliaia di euro".
Quindi per ora il progetto dei voli per Milano-Bresso è irrealizzabile?
"Non domani, almeno. Sono anni che si parla di rafforzare lo scalo di Arezzo, ma i presidenti passano e nulla cambia".
Che attività si svolgono oggi a Molin Bianco?
"Arrivano voli privati da tutta Europa. Pagano le tasse di atterraggio e una parte di quelle va al Comune. È un introito, piccolo ma reale. Però l’aeroporto vive grazie all’Aero Club e ai volontari: non c’è un bacino d’utenza che possa sostenere una società di gestione vera e propria".
Lei ha esperienza anche come pilota civile: crede che un servizio con piccoli aerei da 8-19 posti potrebbe avere mercato?
"Secondo me sì. Perché in 40 minuti sei a Milano, senza il calvario del treno o dell’auto. Basterebbero anche dieci imprenditori che comprano insieme un aereo e potrebbero usarlo con successo. Ma Arezzo ha due problemi: molti non sanno neppure che esiste un aeroporto, e lo scalo è molto vulnerabile al meteo. Inoltre è operativo solo di giorno: si vola da mezz’ora prima dell’alba a mezz’ora dopo il tramonto".
Quali sarebbero i primi interventi necessari?
"Almeno l’illuminazione della pista. Non per il volo notturno, ma per migliorare la sicurezza in caso di scarsa visibilità. E poi servono nuove strisce a terra: quelle attuali sono quasi finite. Siamo arrivati al limite".
Chi dovrebbe investire per cogliere l’occasione offerta dal progetto di Enac?
"Bella domanda. L’aeroporto è su terreno demaniale, noi lo gestiamo in concessione. Faccio un esempio: l’ultima manica che indica ai piloti la forza e la direzione del vento l’ho comprata di tasca mia, a 300 euro. È normale in un Paese come l’Italia? Senza un vero sostegno istituzionale non si può pensare a grandi progetti...".
F.D’A.