Federico D'Ascoli
Cronaca

"Ladro d'oro, l'ho scoperto così": parla il titolare Amp. Ammanco da 200 mila euro / VIDEO

"Mi fidavo di lui, è stato un colpo al cuore" racconta Renato Mazzeschi. La chiamata alla mobile e a Falco Investigazioni: le risposte dalle telecamere interne

Renato Mazzeschi

Arezzo, 14 aprile 2019 - Non si dà pace Renato Mazzeschi, titolare della Amp, ditta di preziosi tra le più importanti in città. Perché gli ammanchi di oro nella sua azienda andavano avanti da anni senza che riuscisse a spiegarsi come. A quel forellino nel muro per un vecchio impianto ad azoto non più in funzione da tempo nessuno aveva pensato alla Amp, il colosso aretino del catename in oro con un fatturato che si aggira sui 100 milioni di euro e business sviluppato soprattutto in America e Medio Oriente.

E invece quella piccola intercapedine nel muro che conduceva alle bombole dismesse all’esterno è stato per tempo, almeno un anno, il «prezioso» segreto di un dipendente infedele pizzicato con un chilo d’oro nel borsetto nei giorni scorsi dalla polizia. B.L., 56 anni, da oltre 25 in azienda, si avvicinava facendo finta di cambiarsi vicino alla lavatrice e invece con abili mosse inseriva piccoli cilindri di metallo prezioso avvolto nello scotch nell’intercapedine per poi andarlo a recuperare a fine turno.

Sono bastati pochi giorni di controlli da parte dei detective privati della Falco Investigazioni di Carlo Nencioli per mettere alle strette il dipendente, già processato per direttissima e condannato a un anno. Grazie a un paio di telecamere puntate in zone strategiche lo hanno atteso alla fine del lavoro e gli hanno trovato in un borsetto un chilo di metallo prezioso e altri 400 grammi successivamente in un cassetto di casa per un valore superiore ai 25 mila euro.

«Non me lo sarei mai aspettato da lui – sospira Mazzeschi – è stato un colpo al cuore: ho 35 dipendenti e qui da noi il clima è sempre stato familiare. Sapevamo della sua recente passione per il gioco d’azzardo ma non pensavamo che potesse arrivare a tanto. Abbiamo fatto di tutto per capire come mai, solo nell’ultimo anno, abbiamo calcolato ammanchi di oro da circa 200 mila euro.

Abbiamo vietato il parcheggio all’interno del piazzale della ditta, aumentato controlli sul metallo e sulle varie fasi della produzione. Ma per tanto tempo abbiamo brancolato nel buio. Per questo mi sono rivolto alla polizia e alla Falco Investigazioni per capire cosa stesse succedendo. Per fortuna adesso il nostro incubo è finito».