Lite fra cognati: porta sfondata e sparo. Uno resta in cella, l'altro è grave

Il giudice Soldini tiene in carcere la guardia giurata. I particolari della lite e le minacce che l'aggressore avrebbe fatto alla sorella

I soccorsi dopo il dramma

I soccorsi dopo il dramma

Arezzo, 28 gennaio 2023 - Uno ha sfondato la porta di camera a spallate, all’altro è partito un colpo di pistola che poteva essere fatale. Sono queste le uniche certezze da cui parte la brutta storia di via Benvenuti.

Francesco Colonna è la guardia giurata di 41 anni che mercoledì ha sparato con la pistola di servizio al cognato Luca Valli, muratore di 45 anni.

Rimane in carcere per il pericolo di reiterazione del reato. Gli avvocati Gianluca Felciai e Piero Melani Graverini avevano chiesto gli arresti domiciliari. Ma tornare nella casa di quello che, per ora, è un tentato omicidio riaccenderebbe tensioni familiari non ancora sopite. E' la convinzione del giudice Giulia Soldini che però potrebbe valutare soluzioni alternative.

Nell’udienza di convalida di fronte al giudice delle indagini preliminari, Colonna ha confermato la versione già fornita nell’interrogatorio fino a notte fonda con il pubblico ministero Julia Maggiore. Un racconto che in parte contrasta con quelli della sorella, del nipote e della badante albanese dell’anziana madre di 85 anni, le altre persone presenti nell’appartamento delle case popolari che si trovano a due passi da Porta San Clemente.

Tutto inizia quando la sorella torna a casa: inizia una discussione che va avanti per molto tempo. Questioni familiari legate all’assistenza dell’anziana che ha dieci figli. La discussione degenera, la sorella chiama a rinforzo il marito Luca Valli che si mette d’accordo con il figlio per arrivare insieme in via Benvenuti. In base a quanto emerso finora non ci sarebbe alcuno scontro fisico tra i cognati da cui sarebbe partito accidentalmente il colpo.

Valli ha sfondato la porta della camera dove Colonna si era barricato per evitarlo: "Luca mi faceva paura, pensavo fosse armato", ha ripetuto la guardia giurata. Quando ha sentito la sorella che lo chiamava in sua difesa al telefono, ha deciso di chiudersi in camera.

"Ho sparato solo per difendermi, non volevo colpirlo", ha aggiunto la guardia giurata. Di fronte al gip Soldini è apparso sereno, collaborativo e sinceramente dispiaciuto. Ma lo sparo a breve distanza con cui ha colpito all’addome il cognato rischia di costargli carissimo, dai 7 ai 14 anni di carcere. L’accusa gli contesta infatti il tentato omicidio. Dallo sparo in poi le versioni dei familiari divergono in parte, la sorella racconta che Francesco li tiene sotto la minaccia dell’arma e li minaccia, versione non confermata però dalla badante.

Qualsiasi cosa sia successa, solo all’arrivo della squadra mobile in casa Colonna consegna l’arma al dirigente Sergio Leo. Una necessaria misura di sicurezza che ha però rallentato l’intervento dei soccorritori già sotto casa. Minuti che potevano essere fatali. Valli è stabile ma ancora in condizioni gravissime, solo le prossime ore potranno dare qualche certezza in più sulle possibilità di farcela.

"Quanto accaduto è stato un tragico incidente, Colonna ha ribadito di essere molto legato al cognato" ha detto l’avvocato Melani Graverini dopo l’udienza. Tocca ora al pm Maggiore decidere, anche in base alle perizie, sulla richiesta di rinvio a giudizio di Colonna.