GAIA PAPI
Cronaca

"La mia vita da 45 anni in dialisi". Bruno, caso unico in Italia. Spegne le candeline e ringrazia

"Se oggi sono qui lo devo ai medici e agli infermieri che mi hanno assistito tre volte alla settimana". Esalta il reparto di eccellenza e il legame forte con il personale. Il primario: "Segno di speranza".

"La mia vita da 45 anni in dialisi". Bruno, caso unico in Italia. Spegne le candeline e ringrazia

In dialisi da quarantacinque anni. Delle sue cinquantasette primavere, il signor Bruno ne ha trascorse la maggior parte, ben quarantacinque, nel reparto oggi diretto dal dottor Paolo Conti. Bruno aveva 11 anni quando, l’8 febbraio 1979, ha varcato per la prima volta la soglia del reparto di emodialisi dell’ospedale di Arezzo.

Da allora, la sua esistenza è scandita da tre sedute alla settimana. Sedute che gli hanno regalato una nuova vita. Il suo è l’unico caso in Italia di paziente con un trascorso da emodializzato di ben 45 anni. Un traguardo che l’8 febbraio, Bruno ha voluto festeggiare, spegnendo tante candeline quanti anni ha passato in dialisi.

"Se oggi sono qui e ho potuto vivere quarantacinque primavere, viaggiare e non farmi mancare nulla lo devo alla dialisi" racconta il signor Bruno, commosso per il regalo inatteso che il direttore della nefrologia e dialisi Conti e la coordinatrice infermieristica Sandra Sacchetti gli hanno consegnato ieri. Una targa che tutti gli operatori sanitari del reparto gli hanno voluto regalare a ricordo dell’importante traguardo. Un traguardo unico. Quello del signor Bruno è infatti l’unico caso in Italia di paziente con un trascorso da emodializzato di ben quarantacinque anni. "È un record – dice il dottor Conti, – Bruno ha vissuto tutta la storia recente e passata dell’emodialisi entrando quando si era quasi agli albori, fino ai giorni nostri. Se è riuscito a tagliare questo importante traguardo è anche merito suo e dell’impegno profuso nel rispettare le regole stando attento all’alimentazione e al peso. È un paziente che collabora. Purtroppo Bruno, a differenza di altri, non può essere sottoposto al trapianto di rene a causa della sua malattia di base".

"Questo reparto è una eccellenza – prosegue il signor Bruno, impegnato nel mondo dell’associazionismo e attento alle esigenze di quanti come lui sono in carico all’emodialisi -. Ho avuto modo di fare emodialisi anche in altri ospedali quando mi trovavo in vacanza: ho fatto sedute all’estero e anche in crociera ma non ho mai trovato una professionalità come al San Donato". E a dirlo sono i casi di chi è qui da tanti anni: non c’è solo Bruno. "Di pazienti che hanno superato i venti anni di dialisi ce ne sono tanti e il merito è di questo ospedale e dei suoi operatori sanitari". "La dialisi è vita – prosegue il signor Bruno – Senza di essa oggi non sarei qui e non avrei potuto girare e visitare tanti luoghi".

"La storia di Bruno è un segno di speranza – aggiunge Conti – . La dialisi, seppur con delle limitazioni, gli ha permesso di vivere, di lavorare, di impegnarsi nella politica, nel mondo dell’associazionismo, sempre con una buona qualità di vita".