di Lucia Bigozzi
"E’ la città che ha dato i natali a Mecenate, rampollo di una ricca famiglia etrusca, il cui nome è rimasto legato al ruolo avuto alla corte di Augusto e diventato nella tradizione, sinonimo di persona generosa con l’arte". Con un antenato del genere "non c’è luogo migliore per chi vuole fare un’azione munifica a sostegno della cultura aretina". E’ il primo motivo che rende Arezzo speciale nella gallery di Paolo Giulierini, direttore del museo archeologico nazionale di Napoli. Ce n’è un secondo, non meno importante. "Come poche altre città d’arte, Arezzo coniuga un passato glorioso che dagli etruschi arriva a Piero della Francesca fino ai tempi moderni con la Giostra del Saracino che si rifà al Medioevo e la tradizione gloriosa dell’artigianato orafo. Tutto, qui, dà l’idea che ci sia sempre stato un approccio alla storicità".
La mappa che Giulierini consegna ai visitatori alla scoperta della città è fatta di sette luoghi che non si possono perdere perchè sarebbe come rinunciare a qualcosa che hai a portata di mano, proprio lì a un passo da te. L’immagine d’insieme che il direttore del Mann presenta per raccontare la città è d’impatto: "Arezzo, con le sue architetture, i suoi musei e rievocazioni, equivale a un immenso portale che ci conduce dal mondo antico alla modernità, intrecciando opere di uomini d’ arte, cultura, letteratura".
L’idea di viaggiare all’interno di un immenso portale non virtuale ma realissimo che custodice secoli di storia e di civiltà, è la chiave che Giulierini utilizza per accompagnare il visitatore alla scoperta di luoghi simbolo dell’aretinità. E del resto, attraversando la Città del Natale, è impossibile non scoprire le meraviglie di uno scrigno d’arte.
"Se il mondo etrusco e romano è ben rappresentato dal Museo Archeologico Cilnio Mecenate e dall’adiacente anfiteatro, l’architettura romanica e la sua mirabile tecnica decorativa, come l’Archivolto con la personificazione dei mesi, eccellono in Santa Maria della Pieve" spiega il direttore del Mann, tra i primi dieci musei statali italiani maggiormente visitati e il primo più digitale e social. Non è un caso, dunque, l’immagine di Arezzo come grande "portale" di tesori che viaggiano attraverso i secoli. Il percorso fissa un’altra meta che ha per filo conduttore la grande tradizione della pittura. "Sono assolutamente imperdibili la pala del crocifisso medievale del Cimabue nella chiesa di San Domenico, e le Storie della Vera Croce, il ciclo di affreschi di Piero della Francesca conservato nella cappella maggiore della basilica di San Francesco ad Arezzo, piena espressione del Rinascimento". E’ qui che il visistatore può incontrare i grandi del passato letti attraverso i capolavori che ci hanno consegnato. L’altro filone del viaggio alla scoperta della città, Giulierini lo individua nell’espressione più alta della cultura e della letteratura. "I grandi personaggi di Arezzo legati alla poesia, all’arte e alla sua critica rivivono nella Casa del Petrarca e nella Casa Museo Giorgio Vasari". Tappa irrinunciabile è poi Piazza Grande dove il direttore del Mann apre al visitatore un mondo a sè stante. "E’ l’espressione della stratificazione urbanistica e architettonica della città, ma anche il cuore pulsante della Giostra del Saracino e dell’antiquariato, e non solo. Infine la settima tappa: "Piazza del Duomo con la Cattedrale e il Palazzo Vescovile sulla sommità, non lontano dal Comune, ben chiarisce la caratteristica delle cittadine italiane nel bilanciamento tra potere temporale e potere religioso".