
Documentarista, giornalista e regista, addirittura per il Presidente della Repubblica Antonio Segni, Guido Gianni (1921-2002) è stato protagonista della vita culturale non solo aretina. Pioniere della televisione (a lui si deve l’introduzione del ”gobbo” per facilitare il lavoro delle annunciatrici), collaborò all’Approdo con apprezzate interviste (Trieste, Segni, Ungaretti , Moravia), servizi (famoso quello sull’alluvione di Firenze) e corti (La Giostra del Saracino, I vasi aretini, Il Moro).
Il genero Alberto Trippi rievocherà Guido Gianni in tutti i suoi aspetti culturali ed umani in due conferenze organizzate dalla Brigata Amici dei Monumenti: domani alle 17,30 al Liceo Scientifico “F.Redi” di Arezzo perlerà di Gianni gastronomo, mentre lunedì 11 aprile, stessa ora e location, sarà illustrato lo scrittore e il documentarista.
5una profonda passione per la cucina non solo italiana e toscana, ma internazionale, tanto da essere fra i primi Accademici Italiani della Cucina, prima Delegato per Arezzo e provincia, poi membro della Consulta nazionale e infine presidente del Centro studi nazionale “Franco Marenghi”. La sua biblioteca di testi di cucina (oltre 3mila, in decine di lingue ) è stata donata alla facoltà di lettere e storia dell’università aretina, mentre l’intero corpus della sua libreria personale è stato donato al comune di Monterchi in una cerimonia con l’intervento della delegata aretina Giovanna Moretti.
Con il fortunato libro, “La cucina aretina”, Gianni è stato l’impareggiabile storico della cucina di casa nostra: in 192 pagine, partendo dalla situazione territoriale e agricola originaria, intorno all’anno Mille, ha raccontato la cucina “povera” ma ingegnosa, di una Toscana che ricorda quella contadina, ruvida e fiera,
dei romanzi di Federigo Tozzi. Per non parlare del contributo di solido spessore storico e culturale che ha dato con l’ Enciclopedia del tè, pubblicata da De Agostini.
Claudio Santori