
Stasera alle 21,30, al Teatro Comunale di Cavriglia, va in scena il terzo appuntamento della rassegna Materiali In Scena, organizzata dal Comune e dalla Materiali Sonori: Gianni Calastri sarà sul palco con "La bicicletta di Bashir", con le musiche dal vivo di Marzio Del Testa e Arlo Bigazzi. Lo spettacolo è un intenso monologo che narra la storia di Bashir Ahmad Ahmadi, poeta e profugo afgano che ha vissuto per due anni a Volterra condividendo, assieme anche a Gianni Calastri, l’esperienza Teatro di Nascosto – Hidden Theatre di Annet Henneman - un gruppo internazionale di teatro reportage che condivideva, in diverse forme, le storie di rifugiati e richiedenti asilo.
Attraverso le parole di Bashir, Calastri ci conduce in una strada lunga e tortuosa che va dall’invasione russa dell’Afghanistan, all’arrivo dei talebani, passando per le peripezie drammatiche della fuga attraverso l’Iran e la Turchia fino ad approdare in Italia in compagnia di una vecchia bicicletta. I versi di Bashir che Calastri declama, o canta alcune volte anche in afgano, ci raccontano di un uomo complesso e diverso dallo stereotipo che abbiamo del profugo. Bashir è un laureato in lettere e questa particolarità si avverte nelle reazioni e nel racconto del suo viaggio: in mezzo a sofferenze e lutti, Bashir vuole studiare, leggere, diventare scrittore. Veniva da Herat, una città chiamata la Firenze d’Oriente e per questo motivo, quando gli prospetteranno la possibilità di trasferirsi a Firenze, lui accettò immediatamente. Bashir era soprattutto un poeta e la sua storia e i suoi versi, accompagnati dalla musica dal vivo di Marzio Del Testa alle percussioni acustiche ed elettroniche e Arlo Bigazzi al basso elettrico, hanno la forza di portarci in un altrove mentre parla alla nostra anima. Perché ciò che Bashir ci ha lasciato, in fin dei conti, è la sua poesia. Le musiche sono originali di Marzio Del Testa e Arlo Bigazzi. Poesie di Bashir Ahmad Ahmadi, scenografia di Paolo Pineschi, produzione di Collettivo Distillerie e Materiali Sonori. "Caro Bashir, sono già passati 11 anni da quando non ci sei più, il grido di dolore che sale dalla terra è sempre più forte, si fa fatica a resistere. Guerre frutto della cecità ed avidità dell’uomo infiammano la terra in lungo e largo. Da 11 anni porto in giro la tua storia e le tue poesie in compagnia di una vecchia bicicletta e dei suoni di Marzio Del Testa, a cui si è aggiunto da un paio d’anni Arlo Bigazzi – dice Gianni Calastri - due bravissimi musicisti con cui mi sento totalmente a mio agio. La tua malinconia, a volte ironica e pungente, , mi ha sempre colpito".