L’ecobonus al 110% è a rischio Tre mesi per una pratica edilizia

L’archivio del Comune apre due giorni alla settimana e sprofonda di fronte a migliaia di richieste. Con la scadenza al 30 giugno 2022 per finire tutti i lavori il pericolo è lasciarsi sfuggire l’incentivo

di Federico D’Ascoli

Il bonus 110% per l’efficientamento energetico e le misure antisismiche è una delle misure più apprezzate del governo. Soprattutto perché sta permettendo al comparto edile di riprendersi dopo il lockdown e le restrizioni dell’emergenza sanitaria. Una rilevazione a livello nazionale rivela che nei primi due mesi si è registrato un aumento dei lavori di ristrutturazione del 376% per un totale di 338 milioni di euro. Una spinta per tutta l’economia. Ma, nonostante che l’incentivo scada il 30 giugno 2022, per almano un migliaio di aretini e per i professionisti che li seguono, il bonus sta diventando una corsa contro il tempo che potrebbe trasformarsi, in teoria, anche in una beffa molto costosa per i proprietari. Il motivo è legato ai tempi burocratici per ricevere copia delle pratiche edilizie necessarie per attivare l’iter. Basta collegarsi con il portale del Comune di Arezzo https:agendarchivio.comune.arezzo.it per scoprire che per accedere all’archivio comunale, che apre solo il martedì e il giovedì dalle 8.30 alle 13.30, c’è da attendere quasi tre mesi.

Ci abbiamo provato: un appuntamento fissato ieri mattina potrà essere concesso soltanto l’11 maggio. Solo a quel punto inizia il lavoro dei tecnici (geometri, architetti o ingegneri) che devono verificare la rispondenza dei rilievi fatti sull’immobile con i documenti in possesso del Comune: una quindicina di giorni almeno. Se il risultato di questo confronto è positivo servono altre due settimane per preparare la documentazione. Insomma almeno quattro mesi da oggi per dare il via ai lavori se tutto va per il meglio. Se invece ci sono discrepanze tra le pratiche edilizie e lo stato di fatto dell’immobile la situazione si fa maledettamente complicata. Per rimettere le cose a posto i mesi di attesa prima di avviare il cantiere possono diventare anche otto o nove. Il che significa arrivare a fine anno con il bonus che scade qualche mese dopo. Considerando che il cantiere deve ancora partire e in sei mesi potrebbe non arrivare a conclusione. Risultato? Il bonus 110%, senza un avanzamento di due classi energetiche non scatta e gli eventuali lavori realizzati, se non conclusi, diventano a carico del proprietario.

Ci sarebbe anche una via telematica per accedere grazie a una mail da inviare all’archivio a cui segue l’invio dei dati a una copisteria per la stampa delle pratiche. Ma anche con questa strada i tempi si accorciano di pochissimo. Uno dei tanti guazzabugli burocratici al quale l’ultima legge Finanziaria sta tentando di porre un argine dando la possibilità ai Comuni di assumere a tempo determinato (anche con il part time) tecnici che possano rendere davvero più rapide le procedure. L’unica strada per evitare ulteriori ingorghi e brutte sorprese da bonus.