
Kesia Buscema torna a casa, la comunità di Romena si mobilita per ricordarla
Sta per tornare. Non come avrebbe voluto lui, non di certo come avrebbe meritato: perché 16 anni sono davvero pochi per morire. E per morire in autostrada, in una carambola che l’ha vista passarte dal sonno alla morte. Ma Kesia Buscema sta tornando a casa. Nel suo Casentino, lì dove vive la sua famiglia e dove tutti la aspettano. Tanto da aver innescato una mobilitazione straordinaria.
Prima per ricordare la piccola: avevano cominciato le sue amiche del ballo, hanno proseguito i compagni di strada della Valle Santa, ci hanno messo il fiocco e il controfiocco le scuole che lei aveva frequentato o dove era attualmente isctitta.
Ora il rientro. Dopo la cremazione, le ceneri saranno portate a Romena, nel cuore della comunità che calamita famiglie da tutta Italia. Una cerimonia semplice, assicurano gli amici e la famiglia. Per la quale sono richieste solo due cose. Anzi tre: voler bene a Kesia, ma questo è scontato.
Portare dei fiori di campo, un po’ il simbolo della freschezza di questa ragazza dagli occhi, tra l’altro bellissimi, di bambina. E portare degli abiti chiari. Il colpo d’occhio di un momento di dolore, certo, ma nella speranza. Lì, proprio lì dove la comunità di Romena vanta un angolo unico a livello nazionale: un piccolo bosco di alberi, ognuno piantato dai genitori di un ragazzo morto, generalmente per incidente stradale.
Una traccia, che si unisce al giardino di Corezzo, quello delle elementari frequentate da Kesia, che sarà intitolato proprio a lei. Poi, dopo la piccola cerimonia di Romena, ci sarà il ritorno nella Valle Santa. Nel silenzio protettivo di un dolore che è una forma di affetto familiare.