
"Io, apprendista di Piero". Vettori guida il restauro. Il debutto a 24 anni nella Cappella Bacci
L’apprendista che diventa maestro. Quasi fosse l’ultimo allievo di Piero, chiamato a farsi le ossa nella sua bottega. E Simone Vettori le ossa le ha fortificate sul capolavoro di Piero, lassù dove il "paziente malato" fu curato e dove nel 1996 salì come neo diplomato all’Opificio delle pietre dure. Il primo incarico, per lui, è stato l’incontro con Piero.Oggi, è responsabile del cantiere dove i restauratori hanno avviato la revisione conservativa (l’ultima nel 2016) degli affreschi che narrano la Leggenda della Vera Croce.
Vettori come ha scoperto Piero?
"Da studente, nel 1994. L’anno dopo mi sono diplomato in affreschi e stucchi all’ Opificio delle pietre dure e nel gennaio 1996 subentrai come restauratore nell’equipe di esperti impegnati nella Cappella Bacci.
Come è stato l’impatto con gli affreschi?
"All’inizio è stata un’emozione indescrivibile. In realtà, è la stessa emozione che non finisce mai, anzi si rinnova con la stessa intensità ogni volta che salgo sui ponteggi e guardo i dettagli dei volti e delle scene a distanza ravvicinata".
Perchè? Qual è la forza di Piero?
"È una pittura che ti mette in pace con te stesso, è intensa, profonda in ogni dettaglio. È fortemente espressiva e comunica emozioni. Mentre osservo gli affreschi, avverto una sensazione di calma, di benessere. So di avere di fronte un’opera immensa ma questa sensazione di tranquillità che ne ricevo, aiuta anche a lavorarci".
Dopo quasi trent’anni torna a prendersi cura dei dipinti. Con quale stato d’animo?
"È un’opportunità di confronto con il lavoro eseguito in precedenza, quando avevo solo 24 anni. Poi c’è la verifica sullo stato di conservazione del restauro pittorico nelle zone dove ho lavorato. Ricordo benissimo ogni centimetro , ad esempio alcune scene della battaglia o della raffigurazione della morte di Adamo; in quegli anni eravamo una equipe di professionisti intercambiabili. Ho costatato che quei ritocchi sono rimasti integri, anche per le manutenzioni successive. Rivederli dopo trent’anni mi commuove".
Qual è il volto, la figura, la scena che l’ha colpita di più?
"Il volto della Madonna nell’Annunciazione, anche in questo capolavoro non c’è un unico dettaglio, ma molteplici che si affermano con maggiore incisività. Penso ad alcuni volto della battaglia fortemente espressivi. E pure nella loro fermezza, spiritualità, offrono qualcosa in più, qualcosa difficile da descrivere a parole. Perchè ti cattura dentro e ti lascia senza fiato".
Lucia Bigozzi