CLAUDIO ROSELLI
Cronaca

Inghirami a tutela dei marchi storici: "Salvaguardiamo le tradizioni"

L’imprenditore biturgense è stato nominato coordinatore del gruppo giovani dell’associazione. Tra i compiti c’è quello di essere i custodi del "saper fare" all’italiana e avviare un dialogo con le istituzioni. .

Tommaso Inghirami (a destra) è accanto al ministro Adolfo Urso è stato nominato coordinatore del Gruppo Giovani dell’Associazione Marchi Storici d’Italia

Tommaso Inghirami (a destra) è accanto al ministro Adolfo Urso è stato nominato coordinatore del Gruppo Giovani dell’Associazione Marchi Storici d’Italia

Un imprenditore di Sansepolcro nel ruolo di coordinatore del Gruppo Giovani dell’Associazione Marchi Storici d’Italia, nato ufficialmente l’altro ieri a Roma. È Tommaso Inghirami, 35 anni, in rappresentanza della Ingram, autentica istituzione della camiceria nazionale; l’azienda è stata fondata nel 1949 dal nonno, l’avvocato Fabio Inghirami ed è stata portata avanti dai figli: alla testa c’è Giovanni, padre di Tommaso e quest’ultimo – come già specificato - è uno degli oltre quaranta manager impegnati nel tutelare, preservare e valorizzare il patrimonio industriale e imprenditoriale italiano, con l’obiettivo di rafforzarne in futuro la competitività.

Il battesimo nella Capitale è avvenuto alla presenza del ministro delle imprese e del "made in Italy", Adolfo Urso; proprio questo dicastero ha avuto il compito di conferire la legittimazione alle aziende che possono fregiarsi di essere rientrate fra i marchi storici. In altre parole, il compito principale è quello di essere i custodi del "saper fare" all’italiana e, al fine di avviare un dialogo con le istituzioni, è stato presentato il "Manifesto per il 2030", un documento che, alla luce del "Libro Verde Made in Italy 2030" elaborato dal ministero, propone una visione strategica per valorizzare i marchi storici come pilastri del "made in Italy" e promotori di una politica industriale sostenibile e innovativa al 2030.

Dieci punti che affrontano temi quali sostenibilità, formazione e innovazione, evidenziando l’importanza di promuovere una strategia che favorisca il passaggio generazionale anche a livello fiscale, che disincentivi la contraffazione e la delocalizzazione e che rafforzi il legame tra i marchi storici e i territori d’origine, a tutela delle tradizioni produttive locali. "Il Manifesto intende essere una guida per il dialogo con il ministero delle imprese e del "made in Italy" - spiega Inghirami, coordinatore assieme a Federica Morgante - al fine di rafforzare la competitività del sistema produttivo italiano, garantendo la trasmissione generazionale.

Le nostre richieste alle istituzioni vanno dalla tutela e promozione del marchio storico al supporto del ricambio generazionale e valorizzazione del "family business", all’integrazione della sostenibilità come valore strategico attraverso la sinergia tra imprese e territorio. Ognuno dei dieci punti è stato pensato dal Gruppo Giovani dell’associazione, nella convinzione di essere eredi di un patrimonio industriale unico al mondo che deve essere tutelato, difeso e promosso coniugando la tradizione con l’innovazione". Soddisfatto anche il ministro Urso: "Dal 2020, con l’istituzione del registro speciale, sono state presentate 968 istanze e 813 di esse sono state accolte".