Scivola con la moto e viene travolto. Polizia in lutto per Mancini Proietti

Tragico incidente a Montevarchi per l’ex dirigente del commissariato valdarnese: ucciso da un furgoncino. Aveva due lauree e tanti interessi

Mauro Mancini Proietti

Mauro Mancini Proietti

Montevarchi (Arezzo), 28 settembre 2022 - Lo hanno visto sbandare di colpo e, sbalzato di sella, scivolare sull’asfalto mentre sopraggiungeva un furgoncino che non è riuscito a evitarlo. Forse un malore all’origine del drammatico incidente che ha strappato all’affetto dei suoi cari Mauro Mancini Proietti, 60 anni, conosciuto e apprezzato ex dirigente del commissariato di Polizia di Montevarchi. Ieri, attorno alle 14.30, in un orario di punta e con il traffico che procedeva a rilento, il vicequestore a bordo della sua Yamaha stava percorrendo via Aretina verso Levane quando, raccontano dei testimoni, poco prima di Levanella, ha perso il controllo della motocicletta finendo a terra sulla carreggiata. Inevitabile l’impatto con il mezzo che transitava nella direzione opposta. Istantaneo l’allarme e sul posto sono arrivati l’automedica e l’ambulanza della Misericordia di San Giustino da Montalto e l’elisoccorso Pegaso.

A lungo i sanitari hanno cercato di rianimare Mancini Proietti, ma ogni manovra si è rivelata vana. Per i soccorsi sono intervenuti anche i Vigili del Fuoco e gli agenti della Municipale insieme ai Carabinieri incaricati di ricostruire i contorni del dramma. Incredulità e sgomento non appena i tanti rappresentanti dei corpi di polizia si sono resi conto dell’identità della vittima, per molti un amico.

Del resto Mancini Proietti, nato a Tivoli, residente a Siena, sposato e padre di una figlia, aveva instaurato fin dalla sua nomina alla guida del Commissariato montevarchino, dov’è rimasto dal 2015 al 2019, un legame speciale con la comunità, la vallata e il territorio aretino. Innumerevoli le operazioni coordinate con successo, come quella che nel 2016 consentì ai poliziotti di scoprire una donna che aveva ceduto la propria neonata a una coppia senza figli. Una persona eclettica con un senso del dovere e del ruolo innati e a una capacità empatica e di relazione non comuni. Straordinario il suo curriculum: due lauree, in Giurisprudenza alla Sapienza di Roma e in Scienze Politiche all’Università di Siena, aveva conseguito altrettanti master e incarichi di servizio di rilievo, fino al 1991 nell’amministrazione di Grazia e Giustizia e nella questura senese e in provincia al timone dei commissariati di Chiusi Chianciano Terme e di Poggibonsi. Ma è stato anche membro del Cda del Polo Universitario aretino e docente. Nel 2006 era stato insignito dell’onorificenza di Cavaliere della Repubblica.

Iscritto all’albo dei giornalisti pubblicisti della Toscana, aveva all’attivo numerose pubblicazioni e un’intensa attività di formazione in materie di area giuridica. Alla parentesi in Valdarno era seguita l’esperienza di dirigente a Grosseto, prima della pensione che non aveva fermato il suo impegno civico. Un uomo dai mille interessi, dal mondo subacqueo, allo sport e al calcio di cui era arbitro nelle serie minori. E nel 1998 proprio dirigendo l’incontro Talla-Rigutino riuscì a sedare una zuffa in campo tirando fuori il tesserino di poliziotto e denunciando i protagonisti per rissa e lesioni.