REDAZIONE AREZZO

Inaugurato l'anno accademico al Campus con la donazione dell'archivio Pirella

Il figlio Martino ha donato al Dipartimento universitario aretino la biblioteca e tutti i documenti del padre che è stato direttore dell'ospedale psichiatrico di Arezzo dal 1971 al 1979, protagonista della legge 180 e dell'apertura dei manicomi con Basaglia

Apertura anno accademico

Arezzo 10 dicembre 2018 - Una università in crescita, da fanalino di coda dell’Ateneo senese a unico campus universitario in stile angolassone diventato punto di riferimento per gli studenti del centro Italia. Con 1500 iscritti di cui quasi 500 matricole ogni anno, l'Università di Siena ha inaugurato oggi i corsi del nuovo anno accademico ad Arezzo, festeggiando anche il cinquantesimo anniversario (1969-2019) della presenza dell'Ateneo in città. Nell'aula magna del campus del Pionta, sono intervenuti il rettore dell'Ateneo Francesco Frati, il direttore del Dipartimento di Scienze della formazione, scienze umane e della comunicazione interculturale Ferdinando Abbri, i rappresentanti dei Dipartimenti dell'Ateneo che ad Arezzo propongono i corsi di laurea per le professioni sanitarie e i corsi in teledidattica di Economia, la rappresentante degli studenti Martina Capaccioli e il professor Bruno Rossi, che ha ripercorso la storia dell'Università ad Arezzo, dalla facoltà di Magistero a oggi.

"L'Università di Siena da quasi otto secoli arricchisce di cultura e vivacità il territorio della Toscana meridionale – ha detto il rettore Francesco Frati - e da 50 anni ha un presidio stabile e in continua crescita in questo bellissimo campus del Pionta, peraltro l’unico vero campus in senso anglosassone dell’Ateneo, attraverso il Dipartimento di Scienze della formazione, scienze umane e della comunicazione interculturale”. Alla cerimonia di apertura dei corsi hanno partecipato l’ex preside della facoltà di Magistero, poi Lettere e Filosofia, Cosimo Scaglioso, oltre alla professoressa Loretta Fabbri, direttrice del Dipartimento universitario negli ultimi sei anni.  “La professoressa Fabbri – ha detto il rettore ringraziandola - ha gestito una delle fasi più complesse della recente storia dell’accademia italiana, rappresentata dalla scomparsa delle facoltà e dalla loro sostituzione con i dipartimenti. Con il sostegno degli organi di governo e dei colleghi – ha aggiunto il il rettore  - ha cambiato il volto di questo dipartimento e di questo campus, regalandogli una identità forte e radicata nel territorio su temi e discipline, dalle scienze dell'educazione e della formazione alle lingue straniere, per le quali adesso questa sede rappresenta un riferimento non solo toscano ma nazionale”. Il professor Frati ha in particolare sottolineato la capacità del Dipartimento universitario di formare laureati “in grado di valorizzare la grande spinta internazionale del tessuto imprenditoriale locale, che è tra i maggiori protagonisti italiani nella capacità di esportare i propri prodotti”, la collaborazione con il mondo universitario cinese e il forte impegno sull'innovazione della didattica universitaria, “affinché i docenti siano messi nelle condizioni migliori per formare i nostri studenti”, oltre che sulla formazione degli insegnanti delle scuole superiori. Sempre nell'ambito della internazionalizzazione, il rettore ha annunciato un importante finanziamento ministeriale di un milione e mezzo di euro in tre anni, ottenuto da un progetto, di cui l’Università di Siena attraverso il Dipartimento con sede ad Arezzo è capofila, per supportare attraverso attività di formazione l’integrazione e prevenire la radicalizzazione islamica.

Il rettore  Frati ha inoltre salutato il neoletto direttore del Dipartimento Ferdinando Abbri, già preside per quasi dieci anni della facoltà di Arezzo, “un'esperienza – ha detto il rettore – che il professor Abbri mette nuovamente a disposizione di questo dipartimento e dell’Ateneo”. Ha inoltre ricordato la collaborazione tra Università e territorio: “Il Comune, Confindustria e Camera di Commercio non ci hanno fatto mai mancare il loro sostegno – ha detto Frati - un rapporto fondamentale affinché il livello di innovazione possa rapidamente trasformarsi in maggiore competitività per il nostro sistema produttivo e abbia ricadute positive sullo sviluppo culturale della nostra comunità. Non c’è sviluppo senza educazione, ricerca e innovazione e non c’è miglior luogo delle università dove costruire le traiettorie di questo sviluppo, nonostante l’atavica riluttanza dei nostri governanti a investire nel sistema universitario faccia pensare il contrario”.

Alla giornata di inaugurazione ha partecipato come ospite speciale il figlio di Agostino Pirella, Martino, che ha annunciato la decisione di donare all'Ateneo l'archivio del padre, direttore dal 1971 al 1979 dell'Ospedale psichiatrico di Arezzo, collaboratore e amico di Basaglia e protagonista insieme a lui della rivoluzione che portò alla chiusura dei manicomi italiani. Al riordino del fondo arrivato nell’aprile scorso - una risorsa documentaria di straordinaria importanza comprendente la biblioteca e l'archivio del grande psichiatra – stanno già lavorando da alcuni mesi gli archivisti e i bibliotecari della Biblioteca umanistica della sede di Arezzo dell'Università di Siena, in stretto rapporto con la Soprintendenza archivistica e bibliografica della Toscana, coordinati da Lucilla Gigli che quei documenti ormai li conosce uno a uno. Sullo studio della figura di Agostino Pirella l'Università di Siena ha attivato un assegno di ricerca e ha bandito una borsa di studio per il lavoro di catalogazione dell'archivio, progetti sui quali ha investito fino a oggi oltre 30mila euro. La donazione dell'archivio dello psichiatra Agostino Pirella è un nuovo importante contributo per i ricercatori. “Qui ho riconosciuto la passione, l’energia e lo sforzo di valorizzare questo materiale - ha spiegato Martino Pirella - e sono contento di annunciare qui per la prima volta questa donazione”.