Il Valdarno avrebbe potuto resistere alla quantità di pioggia caduta nella Toscana centrale? "In parte sì, in parte no", ha risposto uno degli amministratori pubblici che, negli ultimi decenni, più ha seguito i temi della sicurezza idraulica. Antonio Perferi, montevarchino, a cavallo tra il 2009 e il 2014 è stato infatti assessore provinciale al Demanio idraulico e alla Difesa del suolo, oltre che ai Trasporti, e ha seguito passo dopo passo molte opere realizzate in Valdarno.
"Questa è una materia complessa, che ha bisogno anche di un approccio culturale diverso. Basti pensare a quanto abbiamo sudato per realizzare la cassa di espansione ad Ambra", ha detto, commentando le ultime vicende che hanno interessato il Pratese e la Val Bisenzio.
"Nella nostra vallata dobbiamo dire che diversi interventi sono stati portati a termine – ha aggiunto – penso all’arginatura di molti torrenti, ma anche a lavori più complessi". Il riferimento è alle casse di espansione sull’Ambra, sul Lusignana, a Valdilago e alla Penna di Terranuova. Restano da realizzare quelle a Scrafana e al Pestello, nel comune di Montevarchi, mentre per quanto riguarda il Trove c’è stato un cambio progettuale. "Cosa manca? Ad esempio, l’invaso di Montalto, che sarebbe in grado di immagazzinare 5 milioni di mc di acqua". C’è poi il progetto di innalzamento della diga di Levane, che costerà svariati milioni di euro. Prevista una laminazione di circa 9 milioni di metri cubi stimati in modalità statica, e un abbattimento del picco di piena a fronte di una portata entrante di circa 2650 mcs, pari a circa 750 mcs.
L’opera consentirà anche di diminuire i battenti idrici a valle della diga e una più efficiente immissione di tutti gli affluenti. Interesserà una popolazione di oltre 100mila abitanti, con il Valdarno in primo piano. Ma ancora non siamo alla fase esecutiva. "È poi fondamentale la manutenzione del cosiddetto reticolo minore – ha aggiunto Perferi - che negli ultimi anni è stata migliorata. Occorre anche un incentivo all’agricoltura per cambiare i metodi di coltivazione. In montagna, poi, bisogna lavorarci, perché se l‘acqua non trova ostacoli si riversa in tutta la sua potenza a valle".
Il Valdarno, comunque, è messo meglio rispetto ad altre zone della Toscana.
Sono molti gli interventi realizzati, l’ultimo dei quali riguarda il Ciuffenna a Terranuova. Consentirà non solo di mettere in sicurezza l’abitato, ma anche di realizzare camminamenti pedonali sugli argini. Si tratta del secondo lotto degli interventi di riduzione del rischio idraulico.
Il primo è stato realizzato nel 2017 e nel 2018. Coinvolto il tratto del torrente che va dalla zona stadio alla rotonda di Paperina. Metterà il capoluogo al riparo di piene come quella "duecentannale": il peggior evento statisticamente prevedibile.
Marco Corsi