
Il ritorno in campo di Sarri: "Berlusconi? Non mi volle"
di Marco Corsi
Parlare del suo futuro? Non si può. E non perché non vuole, ma perché ha ancora un vincolo con la Lazio. Ma Maurizio Sarri, che ieri mattina, al Matassino, ha partecipato ad un evento elettorale con il candidato sindaco per Figline Incisa del centro sinistra Valerio Pianigiani, come sempre non le ha mandate a dire. Anche sulla sua prossima destinazione in panchina. "In questi venti giorni ho sentito un mare di c….". I Sarri, che abitano nel comune di Castelfranco Piandiscò, sono sempre rimasti legati al , in particolare a Figline. Il figlio Nicolè è presidente della società gialloblù e anche di recente l’ex trainer biancoceleste è stato visto al De Buffa. Senza dimenticare la sua esperienza, memorabile, alla Sangiovannese di Casprini – nel 2004 vinse il campionato di C2 – e quella all’Arezzo dove, tra l’altro, batté in Coppa Italia il Milan che avrebbe poi vinto la Champions e il Mondiale per Club. Sarri ha poi ricordato che stava per approdare in rossonero ma ci fu il no, per motivi politici, di Silvio Berlusconi, "quel no mi portò al Napoli, che era più forte di quel Milan". Ma di calcio ha parlato pochissimo. Ha parlato invece di politica. "Mi ha deluso, e ormai da tanto tempo – ha sottolineato – mi hanno deluso i partiti e anche certi politici. Oggi si assiste ad una mancanza di ideali che è molto pericolosa. Quindi dobbiamo scegliere le persone. Ormai la mia appartenenza politica è legata solo alla ricerca di uomini e donne che possano fare del bene alla comunità. E se Valerio Pianigiani mi dice che si candida, è chiaro che io sia con lui, perché conosco la persona, il suo valore e quello che ha fatto nella vita". Forte anche la conoscenza con un altro illustre valdarnese doc, l’ex vice presidente del Consiglio Superiore della Magistratura David Ermini.
"Con lui ci conosciamo da moltissimi anni – ha ricordato Sarri – un giorno, durante una intervista, un giornalista mi chiese di una foto scattata alle scuole elementari di Figline. In quella foto c’ero io e David. Gli ricordai che il maestro ci diceva che eravamo gli unici due a non capire nulla", ha detto, tra le risate generali. Sarri ha le idee molto chiare sul suo futuro. "Tra due o tre anni, quando smetterò di fare l’allenatore, ho già deciso che non farò più niente, a parte quello di dare una mano alle persone che se lo meritano". La mattinata di uno dei più conosciuti allenatori italiani è trascorsa così, a due passi da casa, dopo un sorso di caffè e due chiacchiere con i tanti amici. Dove lo rivedremo? Chissà.