Alberto Pierini
Cronaca

Il ritorno di Farsetti: "Io, la Giostra e Colcitrone". Carlo il temerario si racconta

Dopo anni di nuovo protagonista: sarà il preparatore tecnico di Porta Crucifera. "L'angoscia dopo Santo Spirito, le cadute, le vittorie, la mia passione per il west. Voglio allenare tutti al cinque"

Carlo Farsetti

Arezzo, 11 marzo 2018 - La nuova sfida di Carlo Farsetti il «temerario»? Allenare la voglia di riscossa dei cavalieri di Porta Crucifera.

Già, ma questo soprannome gli piace? «Beh, è una parte del mio carattere: ho sempre affrontato il Buratto a testa alta»

E non ha mai paura... «Direi di no...»

Neanche dopo gli incidenti nei quali rischiò grosso, fino a infortunarsi? «Figuriamoci: in Giostra e a cavallo sono cose che succedono..»

Ma non succedevano da anni: lunghi questi anni di pausa... «Sono felice di essere tornato»

Ma come ha vissuto l’improvviso black-out con la Giostra? «Bene all’inizio: ero davvero stanco..».

Carlo il temerario stanco? «Psicologicamente, non fisicamente è chiaro..»

Stanco di che? «Forse dall’esterno non si nota: ma la Giostra è pesante sul piano nervoso, volevo staccare»

Il momento critico? «Ti giochi tutto in un colpo: se lo centri sei un eroe, se lo sbagli...»

Eppure per lei è una passione da ragazzo... «Non proprio: avevo 19 anni quando mi è nata»

E come? «Una volta la Giostra aveva protagonisti più anziani, li vedevi lontani. Poi incrociai Luca Veneri..»

E disse: se ce la fa lui, ce la posso fare anch’io.. «No – ride – non in quel senso: ma era giovane, quasi come me»

E a quel punto? «Mi proposi a tutti i quartieri»

Un tripudio? «No, un buco nell’acqua»

Finché.. «Santo Spirito, Vittorio Zama: pensai di non aver passato la selezione, invece mi presero»

E il debutto? « Nel 1998, direttamente in gara»

A Santo Spirito era un eroe: con il passaggio a Colcitrone venne tacciato da traditore.. «Non ne parliamo..»

No, parliamone «Sono uscito devastato da quei mesi: ero nel mirino ma i quartieristi non sapevano la verità»

E qual era la verità? «Con la morte di Edo Gori avevo perso un punto di riferimento, dopo di lui fu tutto più difficile: si era rotto qualcosa»

E subito in rossoverde.. «Volevo fermarmi un anno ma non potevo dire di no»

E arrivò qualche delusione.. «Ho vinto tre lance ma speravo di più anche da me stesso: con Vannozzi sembrava dovessimo spaccare il mondo»

E che è successo? «Ho pagato quei mesi di bufera»

Come lavorerà da preparatore? «Prima i cavalli, è anche il mio lavoro»

Ma non fa il controllore sui treni? «Sì, le ferrovie sono il mio lavoro, i cavalli l’hobby principale. Poi curerò l’assetto dei giostratori e il tiro. Il mio modello è Filippetti, con me è stato formidabile»

Arriveranno nuovi cavalieri? «E’ possibile ma dipende dalla dirigenza, non da me»

E come farà a scegliere? «Darò solo consigli: ma spero che le gerarchie siano così chiare da rendere tutto più semplice»

Beh, non dica che avrebbe paura a fare un nome.. «No, ho sempre detto tutto in faccia»

Neanche preoccupato di entrare in un quartiere un po’ diviso? «No, ho la fiducia piena di rettore e capitano e questo basta»

Dicono sia impulsivo e brusco «Ma ho sempre detto la verità...»

E la passione per cinturoni e sombreri? «La monta western è sempre stata la mia passione»

Più del 5? «No, quello è decisivo per vincere la Giostra: e io voglio vincere»