Marco Vichi
Dopo più di quarant’anni stavo tornando a Raggiolo, un mucchietto di case sui monti del Casentino. Ero in macchina, ed ero da solo. Da Milano era un bel viaggio. Una bellissima giornata. Era estate, mia moglie era al mare, i figli in giro per il mondo. Quella notte avevo sognato il borgo dov’ero nato, i vicoli, la chiesetta, il ruscello, gli enormi castagni che circondavano il paese, il mulino che trasformava le castagne in farina, i sentieri avventurosi che portavano sul crinale calvo del Pratomagno, dove pascolavano mucche e cavalli.
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