GAIA PAPI
Cronaca

Il progetto di Tenti: "Unire tutta la sanità privata"

"Bilancio buono ma possiamo fare di più, io non mi accontento mai". Il ricordo del primo paziente e l’aiuto dato all’ospedale per il Covid. "Ne vado orgoglioso"

di Gaia Papi

Il Centro Chirurgico Toscano compie 10 anni di attività e lo fa alla sua solita maniera, senza fermarsi troppo a guardare il percorso fatto e puntando dritto al futuro. "Il 25 aprile 2011 è entrato il primo paziente, operato il giorno seguente, ma non sembra sia passato un decennio. Io ho sempre lo stesso sogno, siamo in cammino e dobbiamo continuare a camminare", dice il direttore generale, Stefano Tenti. Un sogno che si chiama polo nazionale di attrazione chirurgica, unificando tutta la sanità privata aretina. E’ questo a cui il direttore ambisce.

Una storia fatta di successi, quella del Centro Chirurgico Toscano, di crescita costante. Sia nei numeri dei pazienti, quelli aretini sono passati dal 20% al 40% negli ultimi due anni, sia nella complessità delle operazioni effettuate con strumentazioni all’avanguardia. Ma come in tutte le storie di successo, i protagonisti raramente si accontentano. E’ proprio il loro essere autocritici e il desiderio di migliorare a fare la differenza. "Potevamo fare di più, non sono completamente soddisfatto, non sono il tipo di persona che si siede sugli allori. Possiamo fare di più e sono certo che lo faremo" spiega il direttore.

"Se vogliamo tracciare un bilancio, direi che in questo decennio abbiamo realizzato circa il 60% di quello che ci eravamo prefissati. Posso affermare che i nostri punti di forza sono l’organizzazione del lavoro e le dotazioni di cui la struttura può disporre. Sono due pilastri del nostro lavoro sui quali abbiamo puntato moltissimo. Anche la sicurezza è un cardine del lavoro, mettiamo il paziente sempre al centro. Se devo trovare un lato negativo, forse dico le dimensioni".

Un ricordo di questi dieci anni: "Il primo paziente operato alla testa non lo potrò mai scordare. Era una ragazza molto giovane e fu colpita da una patologia molto rara: l’ipertermia maligna. Siamo riusciti a prenderla in tempo e in modo corretto, questo grazie alla professionalità degli anestesisti e alla presenza in clinica di un farmaco rarissimo, che da quel giorno non manca mai nel nostro prontuario". Doveroso sottolineare come sia stato fondamentale il ruolo del Centro Chirurgico in questo anno di pandemia, di come si sia preso carico dei pazienti ospedalieri. "Dei 6500 che avevamo, 1500 arrivavano dal S.Donato. Essere considerati all’altezza di questo compito ci ha resi orgogliosi" continua Tenti.

Per il futuro? "Due gli obiettivi, mantenere il livello raggiunto e incrementarlo, mantenendo l’importante accreditamento Joint Commision, uno degli enti accreditanti più prestigiosi al mondo che, da quattro anni, ci valuta all’altezza delle cliniche americane, aumentando il livello di sicurezza dei pazienti e la complessità delle operazioni. Altro obiettivo è mantenere l’ottimo rapporto stabilito con l’ospedale, cosa che consente di non lasciare indietro nessuno".

Ma i progetti del direttore generale del Centro Chirurgico Toscano guardano anche alla sua città. "Voglio fare di Arezzo un polo nazionale di attrazione chirurgica, unificando tutta la sanità privata aretina, perché grazie alla chirurgia attiriamo in una città di provincia migliaia di persone ogni anno per operarsi e questo sta a significare che anche la risposta a livello organizzativo è di assoluta qualità".

E continua: "Unire queste forze sarebbe un vantaggio per tutti i pazienti della nostra realtà. Questo nuovo soggetto privato sarebbe di grande aiuto e supporto per la sanità pubblica. Sarebbe un passo avanti importante che rafforzerebbe la collaborazione fra pubblico e privato che in questi mesi di emergenza si è dimostrata così funzionale per la cittadinanza aretina".