Alberto Pierini
Cronaca

Il mercatino Calcit riconquista il centro: l'edizione a S.Jacopo (9040 euro) diventa fissa

Il ritorno alle origini convince il comitato: avanti anche nei prossimi anni. Incasso intorno ai diecimila euro, protagonisti molti dei pionieri: per una volta gli adulti battono i ragazzi

Il Calcit in piazza San Jacopo

Arezzo, 1 luglio 2019 - «Alla prima edizione del 1978 aspettavo mia figlia: oggi ha 40 anni ed qui con me». Wilma Arostini è in uno degli ottanta banchini del Calcit ritornati a piazza San Jacopo. La festa era iniziata lì, per mano a Gianfranco Barulli e su idea di Franco Palazzini: e da allora non ha perso un colpo. E ora si inventa la terza edizione in centro. Come sempre nella storia del Calcit una soluzione che parte quasi per caso, la risposta alla pioggia che a maggio aveva un po’ incrinato il mercatino principale. Ma da cosa nasce cosa e da mercatino nasce mercatino.

Sotto il sole a martello di fine giugno gli incassi non saranno travolgenti: diecimila euro, difficile andare oltre nella conta delle monetine che si svolgerà oggi. Anche perché non c’è la spinta dei ragazzi e dei ragazzini che da sempre sono l’anima del Calcit. Però l’idea va.

Va perché i protagonisti si sentono di nuovo a casa. Va perché intorno c’è la soddisfazione di uno spicchio di centro che sorride nel vedersi di nuovo protagonista di un evento. Il Calcit è anche un volano e non se ne dimentica. Quindi? «E’ un appuntamento – conferma Sassoli – che sarà riproposto ogni anno: noi quando partiamo non ci fermiamo».

Da vedere di volta in volta la data: meglio sarebbe evitare il solleone a picchio ma certo la Giostra non consente tante alternative e a ottobre il calendario vede al centro il mercatino in piazza Grande. Ombrelloni e gazebo limitano il caldo ma certo la fatica è tanta, dalle 6 in poi tutti al lavoro per allestire la piazza e una parte di Corso.

La granita del pomeriggio diventa un refrigerio al quale pochi rinunciano. Mentre ognuno riprende confidenza con la sua storia. Come Giovanna Casucci e Roberta Sandroni , erano a fianco di Barulli per lanciare questa avventura e sono ancora lì, fisicamente ad un metro da allora, come se improvvisamente le lancette avessero cominciato a girare al contrario.

Raul Acquisti campeggia sia nelle foto di quell’epoca sia dietro il banco piazzato davanti al suo ristorante, il mitico «Cecco»: vende ferri di cavallo, quasi un auspicio per la nuova edizione che parte. E c’è chi ha recuperato la sua posizione al centro della piazza. «Nei primi mercatini non c’erano i numeri, venivamo di notte con i mattoni a delimitare il nostro spazio». I mattoni non ci sono più ma la casa del Calcit è cresciuta.

La signora Guidelli ha seguito il percorso da sola, con il marito purtroppo scomparso, con la scuola, ed eccola di nuovo sulla breccia. Si sa, il Calcit quando comincia un’avventura non la interrompe: e così i suoi protagonisti. La Severi espone i disegni realizzati per il mercatino, sui banchi i «gioielli» delle soffitte tornano ad essere le munizioni dell’idea.

I cinghialai sfornano lasagne e tagliano la porchetta: non sono le stesse del 1978, sia chiaro, ma il sapore resta lo stesso. E si mescola nell’aria con le note della band di Raul, lì dove il tempo sembra essersi davvero fermato.