
Il grido di piazza Giotto. Sporcizia, degrado e auto ad alta velocità in attesa del cantiere
di Gaia Papi
AREZZO
E’ un coro comune quello che si alza dal Giotto. Il nostro tour parte dal cuore, da piazza Giotto là dove un tempo le persone più anziane trascorrevano ore sulle panchine. Oggi ci sono voragini che si aprono nell’asfalto, sporco, bottiglie, cartoni su cui dormono senza tetto. E ancora una fontana, da anni spenta, che fa le veci dei cestini. E poi lo spaccio, a tutte le ore e sotto gli occhi dei passanti. "C’è un giro quotidiano, i clienti arrivano in auto da una parte o dall’altra della piazza, abbassano il finestrino, vengono riforniti e ripartono" ci spiegano i negozianti. "La piazza? Gli anziani non si sentono più sicuri. Per attraversarla e ragiungere il Conad mi chiedono di accompagnarli" ci racconta un esercente della piazza che non vuole rivelare il suo nome. "Troppe volte la mia attività è stata oggetto di atti vandalici" spiega. Non parliamo della pavimentazione, quasi quotidianamente causa di cadute. In tarda mattinata le panchine, alcune delle quali ormai distrutte, si affollano di avventori della mensa Caritas. "C’è un continuo via vai di persone tra chi frequenta la mensa e i tossici che ha preso la piazza, le auto in sosta e i bidoni, per bagni a cielo aperto" spiegano i negozianti. "Ci domandiamo se il restyling sarà in grado di dare veramente un volto nuovo alla piazza e di conseguenza all’intera zona" si chiedono in molti. 1.523.200 euro, l’importo complessivo del progetto che vuole dare vita nuova alla piazza, che dovrebbe partire ad inizio anno. Via i muretti per l’ampliamento delle aiuole attuali, la fontana e le pavimentazioni esistenti. La nuova piazza sarà caratterizzata da pavimentazioni in lastre di gres, da aiuole con alberi e arbusti, da un impianto di pubblica illuminazione, da percorsi pedonali e da nuovi arredi urbani e dall’ampliamento dell’attuale sagrato del Sacro Cuore. A due passi dalla piazza arriviamo al piccolo parco pubblico tra via Lorenzetti e via Ristoro. Qua la fanno da padrone i rifiuti abbandonati, carta, plastica, bottiglie, ma anche escrementi umani. Per non farci mancare nulla, ciò che rimane di una vecchia attività di vendita ortofrutta è diventati rifugio per la notte. Altro nodo cruciale: l’alta velocità con cui le auto sfrecciano in viale Giotto e non solo.