
di Luca Amodio
C’è chi è soddisfatto, chi non lo è affatto. Chi vede sia il bicchiere mezzo vuoto che mezzo pieno. Le voci tra i commercianti del paese a Castiglion Fiorentino sono eterogenee ma ognuna descrive un volto dell Natale tra i vicoli del centro storico. Certo, il campione non è rappresentativo dell’intero cosmo degli esercenti ma gli spunti per un dibattito sono interessanti. "Il paese è un deserto". Perentorio Daniele Fucini titolare dell’omonimo negozio di abbigliamento alle porte del paese. "Nei mesi primaverili estivi, tutti, anche fuori provincia, ci invidiano per i tanti turisti che decidono di trascorrere qui la loro gita fuori porta". Ma con l’arrivo delle giornate fredde, per Fucini le cose cambiano: eccome. "D’inverno questo paese non ha iniziative capaci di attrarre, diversamente da alcuni "vicini": per noi commercianti però è dicembre il mese in cui si concentrano gli acquisti ed è per questo che servirebbe uno sprint per portare clienti ma anche solo movimento". Poi prosegue, "ho sollecitato più volte l’amministrazione, così è buio totale: noi commercianti durante gli eventi estivi ci siamo attivati, essenzialmente per fare da cornice al paese, per dare una mano, più che per vendere, adesso vorremmo un’idea per darci un aiuto concreto".
"Certo, è un fatto anche questo ma il problema vero è un altro: non ci sono i soldi". Lo dice schietto ma con rammarico Roberto Fabeni, volto di Bugano Boutique, negozio di abbigliamento a metà corso. "Quest’anno festeggeremo i 60 anni di attività ma anno dopo anno, almeno da metà 2000, mi è sembra sempre peggio", dice Fabeni. "Faccio questa considerazione, mi pare che tutti vogliano fare un regalo ma tutti spendendo di men per la crisi che stiamo vivendo", è la sua diagnosi. Le fa eco Marta Bambini, al banco da più di vent’anni, "se ci fossero i soldi secondo me la gente spenderebbe, a prescindere dalle manifestazioni in paese e poi l’online fa troppa concorrenza". "E’ cambiata la mentalità, la società, adesso magari si va a fare shopping ad Arezzo o negli outlet, se non sul nostro telefonino; prima si faceva compere anche solo per fare due chiacchiere" dice Lilia Burattini emblematico volto di gioielleria Boncompagni che sostiene un po’ una "terza via" rispetto le voci sopra. "Il centro storico è fermo da almeno 10 anni, un po’ come gli altri borghi simili al nostro, è vero che non ci sono tante iniziative a dicembre ma secondo me è una scelta sbagliata decidere di concentrare tutto in altri periodi dell’anno, fare qualcosa adesso è un rischio, potrebbe essere una partita persa in partenza".
L’opinione più soddisfatta è invece quella di una delle new entry in paese. Riccardo Rosarno davanti al suo ristorante "Il Buongustaio" ha aperto un punto shop di prodotti enogastronomici tipici proprio settimana scorsa, "ci sono abbastanza eventi capaci di attirare gente anche da fuori, certo, non siamo al livello di Firenze o Arezzo ma secondo me c’è movimento e ho investito: in questo nuovo store vedo che molta gente ha deciso di fare acquisti, magari piccoli pensierini perchè comunque la crisi pesa".