Il Fascismo e la gestione degli enti locali di Arezzo, la conferenza

Il ciclo di conferenze "Il Fascismo da movimento a regime nel territorio aretino, 1914-1926" ha esaminato come il Fascismo abbia preso il potere nel territorio aretino, con violenza e connivenza delle istituzioni. La conferenza finale esaminerà la gestione degli enti locali da parte del Fascismo.

Oggi si conclude il ciclo di conferenze "Il Fascismo da movimento a regime nel territorio aretino, 1914-1926" organizzato dalla Società storica con il patrocinio del Comune di Arezzo. Alle 17,30, all’Auditorium Ducci di via Cesalpino, Alessandro Garofoli parla della gestione degli enti locali di Arezzo da parte del Fascismo. Curato da Luca Berti, il ciclo di conferenze, che ha avuto un notevole successo di pubblico, si è proposto di mettere a fuoco le drammatiche vicende che nell’arco di una dozzina di anni portarono il Fascismo a prendere il potere, con la violenza e con la connivenza delle istituzioni e dei cosiddetti "poteri forti", e ad assumere il controllo degli enti locali nel territorio aretino. Ad Arezzo la gestione degli enti locali dopo la "marcia su Roma" non fu semplice: la conflittualità interna alla città si rivelò difficilmente controllabile anche per un sistema totalitario e portò a scontri, persino armati, paralizzando le amministrazioni locali e intralciando l’operato del Pnf. Lo stesso Mussolini, che pur frequentava l’alto Casentino, non volle visitare la città, né partecipare ad inaugurazioni o cerimonie, "schifato" dal comportamento dei gerarchi locali. In Comune, sia il sindaco Fiumicello Fiumicelli che il pro-sindaco Carlo Bruni Rossi, succedutogli, furono costretti a dare le dimissioni, facendo arrivare un commissario prefettizio, nonostante fosse fascista la totalità dei consiglieri comunali. Questa fase si concluse all’inizio del 1927, quando l’arrivo a Palazzo dei Priori del colonello Guido Guidotti Mori, primo podestà di Arezzo che sostituì sindaco, giunta e consiglio comunale, dette attuazione alla riforma degli enti locali fortemente voluta dal fascismo. Nel periodo vennero lentamente applicate le linee guida diramate dal governo centrale: revisione urbanistica, anche in risposta all’incremento della popolazione; culto della personalità del duce e della romanità; tributo agli eroi della Grande guerra e martirologio fascista; corporativismo, giovanilismo, elogio della violenza.