Sergio Rossi
Cronaca

Ieri i funerali di Luca Moretti, tanta gente per l'ultimo saluto al ventiseienne

"L'ho battezzato io Luca. Ricordo che gli consegnai una piccola candela accesa. Quella luce adesso lo accompagnerà nel suo cammino" ha detto don Virgilio

Luca Moretti

Arezzo, 4 luglio 2018 - Tante gente si è ritrovata ieri nella chiesa di Rigutino per l'ultimo saluto a Luca Moretti, il ragazzo di 26 anni trovato senza vita in un campo venerdì scorso dopo che da più di un mese non si avevano notizie di lui. 

"Non ci sarà più né pianto, né lutto, né affanno, né lamento perché le cose di prima sono definitivamente passate" così don Virgilio ha aperto l'omelia con unn passo dell'Apocalisse.

"L'ho battezzato io Luca. Ricordo che gli consegnai una piccola candela accesa. Quella luce adesso lo accompagnerà nel suo cammino". 

Tante persone, amici, parenti, paesani, hanno partecipato ai funerali, una "messa quasi solenne" racconta don Virgilio. 

 

L'AUTOPSIA Nessun segno di violenza sui resti del giovane. Il medico legale, Matteo Benvenuti, non ha rilevato fratture o segni riconducibili ad una aggressione. Non è stato un delitto.

L'impressione già avuta dal medico legale nei primi riscontri e confermata in sede investigativa trova un'ulteriore conferma: siamo, è chiaro, di fronte ai primi risultati di un esame autoptico i cui esiti ufficiali arriveranno solo in tempi più lunghi. Ma non emergono segni di violenza, quelli che dovrebbero essere legati all'ipotesi di un omicidio.

Ad eseguire l’autopsia è stato lo staff di medicina legale di Siena guidato dal dottor Marco Benvenuti, a cui la procura avevasaffidato l’incarico. Fin da subito il pubblico ministero Andrea Claudiani aveva richiesto l’esame, utile a fugare ogni dubbio sulle cause del decesso. La procura ha adottato non a caso la strategia della prudenza, senza sbilanciarsi troppo in ipotesi.

A non tornare era infatti il luogo dove il corpo di Luca è stato casualmente ritrovato da un agricoltore che a bordo di un trattore stava sfalciando il terreno. Lì l’erba era altissima, in questo campo lontano alcune centinaia di metri dalla Regionale 71, nei pressi di Policiano. E anche la gente del posto, nell’immediatezza della scoperta, nutriva dubbi sul fatto che il giovane potesse essere andato lì da solo. Elementi che avevano profilato il sospetto che in quel luogo fossestato scaricato, per paura, forse dopo un malore. Il malore, appunto.

Era l’ipotesi prevalente alla vigilia dell'autopsia, prende ulteriormente corpo ora. Già la prima ricognizione cadaverica aveva escluso tracce di violenza. Se malore è stato, ci può essere di mezzo l’assunzione di qualche sostanza? Ecco un'altra delle risposte che però non potranno arrivare se non più avanti.

In ogni caso i carabinieri non smettono di investigare su quanto è avvenuto nel giorno della scomparsa. Si sa per certo che Luca era stato in compagnia di un amico fino alle 17,30 di sabato 26 maggio. Poi più nulla. Cosa è successo nelle ore successive? Con chi si è incontrato il ragazzo? E possibile che nessuno lo abbia visto neppure nel tragitto eventualmente compiuto per raggiungere il luogo dove poi è stato scoperto?

Pochi dubbi invece sulla data della morte: tutto lascia pensare che sia avvenuta nella serata del 26 maggio, quando Luca non è tornato a casa per l’ora di cena e inutili sono state le ripetute chiamate al cellulare dei genitori. Il giovane non ha mai risposto e poiché il telefonino è stato ritrovato nelle sue tasche, la conclusione è logica: non ha risposto perché era già morto.