REDAZIONE AREZZO

I sindacati restano in trincea: "Lo stato di agitazione continua"

I sindacati restano in trincea: "Lo stato di agitazione continua"

"Lo stato di agitazione continua!". La frase è scritta in maiuscolo, con tanto di punto esclamativo, nel comunicato stampa arrivato in redazione poco dopo le 20.30. Lo firmano tutte le sigle sindacali: Fim-Cisl, Fiom-Cgil, Uilm e le Rsu Fimer. È la frase che risuona come megafono della battaglia che i lavoratori hanno deciso di proseguire almeno fino a mercoledì con il presidio permanente, "di fronte a un quadro di persistente incertezza e dentro lo stabilimento di Terranuova, "in attesa delle decisioni del tribunale di Milano" . È la conferma della linea tracciata come trincea nella lunga assemblea in fabbrica: rappresentanti sindacali e lavoratori provano a tirare le fila di una giornata pesante e carica di incertezza dopo la notizia dell’accordo notturno tra la proprietà e il fondo britannico Greybull-Mc Laren. Difficile prevedere oggi lo scenario che si apre dopo il trasferimento del "dossier" Fimer da Arezzo a Milano, per ragioni di competenza. Proprio sugli scenari possibili, hanno girato ipotesi e commenti dnel faccia a faccia dentro lo stabilimento occupato. Mercoledì nell’udienza in tribunale ad Arezzo, sindacati e lavoratori (un centinaio nella lista dei creditori) hanno ribadito la necessità dell’uscita della proproprietà dalla fabbrica e chiesto la procedura di amministrazione straordinaria come "unica via per salvare lo stabilimento che appartiene ai lavoratori. È grazie alle loro competenze se l’azienda è leader nella produzione di inverter fotovoltaici", rimarcano i sindacati all’unisono. Ora, l’accordo tra la proprietà di Fimer e Greybull-Mc Laren apre altre prospettive fino a poche ore fa impensabili e tutte da sondare, verificare. Un fatto è certo: l’urgenza della situazione richiede tempi rapidi nelle decisioni che dovranno essere assunte. In ballo c’è il posto di lavoro di 280 persone e la necessità che l’azienda riprenda la produzione, per non morire.

LuBi