
di Federico D’Ascoli
Era il 23 marzo di novant’anni fa quando si decise di dare uno statuto ai quartieri che si avvicinavano alla seconda edizione, dopo l’esperimento del 1931 con la lizza in via di Seteria e la vittoria di Porta Burgi. Qualche giorno prima il periodico Giovinezza aveva rese pubblico il primo statuto in 25 capitoli che decretò la nascita delle società di quartiere con strutture, organi e norme di funzionamento.
Luca Berti è presidente della Società storica aretina e attento conoscitore delle vicende di Giostra.
Berti, nel 1926 Santo Spirito e San Lorentino partecipano a un corso fiorito e poi si sfidano a calcio nel 1927. In che contesto nascono prima i rioni di Giostra e poi le società di quartiere?
"I cinque rioni che corsero la prima edizione della Giostra erano aggregazioni sociali spontaneamente presenti nel territorio cittadino. Alle quattro società istituzionalizzate nel 1932 si attribuiscono le denominazioni dei quartieri medioevali, con l’unica eccezione di Santo Spirito che per omogeneità dovrebbe chiamarsi Porta del Borgo".
Rispetto alla prima edizione nel 1932 spariscono Saione e Porta Burgi e arriva Sant’Andrea che nel 1931 lasciò i suoi costumi a Porta Crucifera. Perché?
"Sant’Andrea non riuscì ad organizzarsi in tempo per scendere in piazza. Quanto a Saione e a Porta Burgi furono assimilati in Santo Spirito che era stato il primo rione a istituzionalizzarsi nel 1926 per iniziativa del dottor Fiumicello Fiumicelli, primo sindaco fascista della città".
Solo in anni recenti si certifica la continuità storica tra Porta del Borgo e Porta Santo Spirito. Ma per molti anni Porta Crucifera si è attribuita la prima vittoria in piazza. Perché?
"Dopo la prima Giostra Porta Crucifera aveva acquisito i colori e il territorio di Porta Burgi".
I confini cittadini tra i quartieri fanno discutere a 90 anni di distanza. Come si dividono la città i quartieri in quella fase?
"Il problema dei confini è sorto nel 1951 quando il consiglio comunale li formalizzò in una delibera con l’avallo dell’Enal, allora ente organizzatore, senza acquisire il parere dei quartieri".
Le due edizioni all’anno che iniziano nel 1932 si perdono nel dopoguerra, la Giostra arriva a una sola edizione all’anno. I quartieri come vivevano quel periodo?
"Male. I quartieri avevano scarso peso all’interno dell’Enal, che aveva nei loro confronti un atteggiamento autoritario, e – dichiarandosi apolitici - avevano poco feeling anche con il Comune, con il quale erano in atto svariati contenziosi".
I quartieri oggi sono sotto la regia del Comune, cosa rimane rispetto al 1932?
"Le cose più appariscenti che si conservano sono la denominazione e gli stemmi. Per il resto da associazioni rigidamente incardinate nelle strutture del partito unico i quartieri sono divenuti sodalizi democratici e partecipati, ai quali è riconosciuto il fondamentale diritto all’auto- organizzazione".