"Ho investito tanto, se non trovo venti persone per la raccolta addio"

L’imprenditore Neri: "Ho 70 ettari di terreni, è il minimo indispensabile per completare il lavoro"

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"Faccio i conti con la siccità che quest’anno ha raggiunto livelli altissimi provocando problemi alle piantagioni e adesso non riesco neppure a trovare persone disponibili per la raccolta", si lamenta Alessandro Neri, tra i maggiori produttori di tabacco della provincia: settanta ettari di terreni in Valtiberina, ad Aghiari dove produce 1200 quintali all’anno di Virginia Bright che poi viene lavorato e trasformato in sigarette e 650 quintali di Kentucky destinati al pregiato sigaro toscano. "Ho bisogno entro fine mese di venti addetti alla raccolta del tabacco ma finora non si è presentato nessuno in azienda", racconta Neri, terza generazione al timone dell’azienda di famiglia. Non esita a dire "sono molto preoccupato avendo già investito con costi importanti negli impianti di irrigazione per fronteggiare la siccità" e a spiegare che "senza manodopera, investimenti, sacrifici e guadagno resteranno nei campi". L’unica via possibile è "affrontare nuove spese per la raccolta meccanizzata che si può fare solo nelle piantagioni di Virginia Bright mentre il Kentucky richiede una raccolta a mano che noi facciamo a corona, cioè lavorando sulle prime te foglie della pianta e selezionando le migliori". Anche lui, come molti imprenditori, in queste ore si affida al passaparola e tuona contro "il reddito di cittadinanza che incentiva le persone a non lavorare perchè possono contare sul sussidio". Tra le motivazioni che hanno fatto scomparire "l’esercito degli stagionali", Neri individua anche l’effetto Covid e il caro-vita che spingono molti lavoratori provenienti dall’Est Europa a orientarsi su Paesi più vicini, tra i quali Francia e Germania".

L.B.