CLAUDIO ROSELLI
Cronaca

Guerrina, diocesi estranea. La famiglia: "Ricorreremo"

Il tribunale nega ogni collegamento sul caso tra il parroco e la chiesa. Salta il maxi-risarcimento richiesto. I giudici: solo Gratien dovrà pagare. .

Padre Gratien Alabi è stato condannato a 25 anni di reclusione

Padre Gratien Alabi è stato condannato a 25 anni di reclusione

di Claudio Roselli

"Leggeremo con attenzione la sentenza e valuteremo se sarà il caso di impugnarla. Avevamo chiesto la quantificazione del danno e la condanna della diocesi, per cui è chiaro che sotto questo profilo non vi possa essere soddisfazione da parte nostra". Così replica l’avvocato aretino Nicola Detti, che assieme alla collega Francesca Faggiotto di Forlì difende la famiglia Alessandrini, a cominciare da Mirco, marito di Guerrina Piscaglia, la 49enne donna di Ca’ Raffaello (siamo nell’isola amministrativa toscana in territorio oggi romagnolo, appartenente al Comune ) della quale non si hanno più notizie dal 1° maggio 2014. Accusato di omicidio è padre Gratien Alabi, l’allora parroco del piccolo paese, che è stato condannato a 25 anni di reclusione con l’accusa anche di distruzione di cadavere. Guerrina provava dei sentimenti per lui e frequenti erano state sia le visite in canonica che gli scambi di messaggi fino a quel pomeriggio di oltre 11 anni fa; ben presto, i sospetti sulla sparizione di Guerrina erano caduti su padre Gratien, tanto che la tesi processuale l’ha ritenuto colpevole di averla uccisa perché sarebbe diventata una figura scomoda per lui. In base alla sentenza pronunciata dal giudice Fabrizio Pieschi, la diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro – della quale era titolare in quel periodo l’arcivescovo Riccardo Fontana – è da considerare estranea e quindi non tenuta a risarcire marito e familiari, come se insomma la storia fra il sacerdote e la donna fosse stata una questione fra i due, avulsa dallo svolgimento della missione pastorale. Ma proprio il suo "status" di religioso aveva dato origine alla frequentazione.

E allora? "Crediamo che le responsabilità vi siano – sottolinea l’avvocato Detti – perché la diocesi era venuta a conoscenza di comportamenti fuori dalle righe, quindi sarebbe dovuta intervenire e invece non lo ha fatto. Il giudice non ha però tenuto conto di questo e ora ripeto: valuteremo". In tal senso, il legale si riallaccia all’articolo 2049 del codice civile e riporta alla mente un altro particolare: "Vi era stata una lettera, magari scritta in un italiano un pò approssimativo, da parte di una persona, che comunque era stata chiara nell’invitare la diocesi ad appurare la situazione che si era venuta a creare. Perché non si è voluto controllare con attenzione ciò che stava succedendo?". Al momento attuale, quindi, il solo risarcimento è quello a carico di padre Gratien, che deve pagare 220mila euro al vedovo Mirco; 350mila a Lorenzo, l’adorato figlio di Guerrina e in più 60mila di spese legali. A seguito della sentenza, i due congiunti della donna potranno avere accesso al fondo vittime reati violenti.