Grido di allarme dagli allevatori: "La Chianina va a rimessa". Giani: "Non vi abbandoneremo"

Le testimonianze di tre imprenditori agricoli e la promessa del presidente della Toscana sui fondi e non solo .

Grido di allarme dagli allevatori: "La Chianina va  a rimessa". Giani: "Non vi abbandoneremo"

Grido di allarme dagli allevatori: "La Chianina va a rimessa". Giani: "Non vi abbandoneremo"

di Luca Amodio

CORTONA

Quella della Chianina è una crisi senza precedenti. Nell’ultimo anno le vendite sono calate del 20%: si tratta del calo più importante degli ultimi anni che ha portato all’abbassamento dei prezzi con ripercussioni su tutta la filiera, fino alla ristorazione. "La crisi c’è e si vede a vista d’occhio visto che gli allevamenti continuano a chiudere uno dopo l’altro, siamo rimasti in pochi e se non ci fermiamo a riflettere, la Chianina scomparirà del tutto - ci racconta Francesca Bennati, giovane allevatrice di Cortona, presente alla fiera del Vitellone di Fratticciola, lo scorso fine settimana - la Chianina è anche un valore e un patrimonio del territorio, conosciuto in tutto il mondo, che rischia di andarsene". "Le cause? Si va verso un’altra direzione alimentare, voluta anche dall’Unione Europea che vuole la carne sintetica invece della carne da allevamento e naturale che è stata quella di cui l’uomo si è sempre cibato da quando esiste", prosegue Bennati. E poi c’è il capitolo dei costi. "Da quando è scoppiata la guerra in Ucraina i costi sono esplosi visto che i cereali avevano smesso di essere importati", conclude la giovane allevatrice cortonese.

Sulla stessa lunghezza d’onda anche Giovanni Porcelli, allevatore cortonese. "Essere un allevatore di Chianina negli ultimi anni? Un sacrificio forte perché sono aumentati i prezzi e non si riescono a vendere: siamo in una situazione critica". "Speriamo in una risposta da parte delle istituzioni, anche perché i costi di produzione sono sempre più alti a cui occorre dedicarsi dalla mattina alla sera: ci vuole passione". "Negli anni passati la Chianina andava davvero bene, c’era un mercato più favorevole, adesso è stata un po’ declassata e ne è diminuito anche il consumo, di quella che è una carne di pregio anche a livello mondiale", così Dino Valentini dell’omonima società agricola di Marciano. "Molte stalle stanno anche chiudendo perché non sono più remunerative dal lato economico tra l’alto costo dei mangimi e la manodopera necessaria - prosegue - oltre al sapore pregiato, nonostante oggi non venga utilizzato come un tempo, la Chianina è anche un animale da lavoro, prima i lavori in campagna con lei". "Anche il grasso della Chianina, come spiegano molte ricerche, non è nocivo come altri per il nostro organismo: insomma spero che si arrivi ad una soluzione visto che anche mio figlio vorrebbe proseguire con questa attività con la sua grande passione, anche se adesso è un po’ scoraggiato dalla crisi. Le istituzioni devono tenerne conto: è una risorsa fondamentale, la carne oggi per l’80% viene dall’estero". Istituzioni che con il presidente della regione Toscana, Eugenio Giani, presente alla fiera del Vitellone, hanno rassicurato gli allevatore: "rispetto i fondi agricoli che arriveranno dall’Europa, cioè 750 milioni, più altri 200 che metterà la Regione, ho dato indicazioni alla Giunta di occuparsi anche a sostegno della Chianina, elemento di orgoglio per la Toscana: la Chianina è come gli Uffizi, i turisti vengono per i nostri musei ma senza una bistecca sul piatto non sono stati in Toscana".