di Alberto Pierini AREZZO Si è accesa una lampadina. Idea? Sì ma già operativa. Una palestra digitale a scuola: in una scuola ma aperta a tutte le altre. Un ambiente ampio nel quale imparare le basi dell’informatica ma al tempo stesso le nuove tecnologie e gli strumenti proposti da Google. Il nome, impensabile il contrario, è inglese: si chiama "Google Innovation Center". E il primo sarà realizzato ad Arezzo. Il primo in Italia, apertura a settembre in una grande aula del Liceo Artistico. L’idea, la famosa lampadina, si è accesa in testa al provveditore Roberto Curtolo, nella sua veste di funzionario di punta dell’ufficio scolastico toscano. E la strada della realizzazione l’ha trovata a braccetto con il consiglio regionale. Il parlamentino dell’ex Granducato ha stanziato centomila euro per sei progetti innovativi. E ben 25 mila saranno destinati proprio alla nuova creatura. Saranno, anzi sono: perché l’apertura, dicevamo, coincide di massima con l’inizio delle lezioni, che da noi è in calendario per il 15 settembre. Google è la piattaforma cosiddetta "educational" più diffusa nelle scuole: alle spalle un accordo tra il ministero dell’istruzione e l’azienda. Obiettivo? Promuovere le competenze digitali di studenti e docenti. E’ uno dei filoni (poteva mancare?) del Pnrr, l’incentivo all’innovazione. Per questo le risorse sono saltate fuori subito. Per questo avrà una pelle anomala perfino a scuola. Ha una sede fisica al Pier della Francesca ma sarà al servizio di tutti gli istituti. In prima battuta gli insegnanti, per l’aggiornamento mai avuto in passato. Ma a ruota gli studenti. Corsi che proprio per questo saranno pomeridiani e serali, non dovendo escludere nessuno e non dovendosi incrociare con il mondo delle aule. "Sarà un vero e proprio spazio didattico ma non nostro: diciamo una costola del Liceo a disposizione di tutti" commenta il preside Luciano Tagliaferri. Che ha già deciso dove piazzarlo. Sarà una ...
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