Gli orafi: "Paura per le nostre famiglie". Ghinelli: "I banditi alzano il livello"

Giordini dà voce all’ansia del settore: "Brividi specie di notte. Sembra di tornare indietro di anni". Il sindaco: "La risposta è investigativa, mi fido delle forze dell’ordine. Chiamerò questore e prefetto"

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"È ricominciata la paura". Giordana Giordini è da sempre il sorriso infrangibile dell’ottimismo, perfino nei mesi del lockdown e della chiusura forzata delle aziende. Ma per una volta il sorriso le si incrina un po’. "Sembra di essere tornati indietro di anni". Dieci, anzi undici: la raffica di furti a tappeto ai danni del settore orafo. La macchina da guerra intorno alla Salp, un colpo da cento chili d’oro e con le strade intorno bloccate con scuolabus e furgoni rubati. Da lì la risalita, fatta di indagini vincenti e di un ritrovato slancio nei sistemi di sicurezza delle aziende. E ora...

"Sì, sembra di essere tornati ai tempi dell’assedio al distretto orafo". E Giordana va più in là e capisci perché il sorriso si incrini. "Abbiamo paura per noi, per le nostre aziende e per le nostre famiglie". Il nemico è qualcosa di più della crisi economica o dei bilanci, che poi del resto in genere vanno sempre benino davvero. Coinvolge l’incolumità personale. "Specie adesso che siamo vicini a Natale e che il buio cala presto". Il caldo della festa, il freddo di sentirsi di nuovo attaccabili.

"Di notte c’è il terrore da parte di tutti noi che viviamo nel mondo dell’oro". Giordana conosce bene i Cianchi, Valerio in testa, uno dei protagonisti dell’escalation aretina: dall’impennata degli affari fino ai record dell’export, prolungati durante e dopo la pandemia.

"Lavorano diamanti, che è un’altra specializzazione: ma sono una famiglia molto conosciuta". Quello che gli hanno fatto ciascuno lo sente vicino. Per solidarietà umana, per vicinanza tra colleghi: e un po’ anche per la paura che tutto questo possa toccare anche a loro.

"È di sicuro un colpo con il quale la criminalità aretina sale di livello". Alessandro Ghinelli è a Bergamo per il convegno dell’Anci, che come ogni anno chiama a raccolta sindaci da tutta Italia. E la notizia la apprende da lontano, da via Marco Perennio alle strade di Bergamo alta.

"Eravamo abituati ai furti semplici o anche a quelli costruiti con una mobilitazione di mezzi nei minimi particolari: ma mai, o raramente, spinti fino a queste forme di violenza".

La distanza di Bergamo non appanna l’allarme. "E’ chiaro che di fronte ad un attacco di questo tipo anche la risposta deve crescere. Ma in questo caso è la riposta investigativa e di intelligence". Mette le mani avanti: non ha nulla da rimproverare alle forze dell’ordine. "Massima fiducia, credo che la rapidità ed efficacia delle indagini siano uno dei loro marchi di fabbrica. Su questo non dubito".

Però aspetta di tornare ad Arezzo per fare un punto. "Chiamerò subito il questore e il prefetto per chiedere un incontro e analizzare insieme cosa stia succedendo e in cosa possiamo tutti migliorare, a cominciare dal Comune e dalla città. Il gioco di squadra è stato determinante in situazioni simili, conto che lo sarà anche stavolta". Da Bergamo alta si ferma qui, il resto al suo ritorno. Sperando che le notti aretine non trasmettano altre brutte notizie. La paura si è riaffacciata ma nessuno rimpiange la serialità inarrestabile di quegli anni.

Federico D’Ascoli - Alberto Pierini