REDAZIONE AREZZO

Folla di amici per l’addio a Cappelli. Sulla bara la maglia della Sangio

Folla di amici per l’addio a Cappelli. Sulla bara la maglia della Sangio

Una chiesa gremita, tanto da non poter contenere al suo interno chi ieri ha voluto salutare per l’ultima volta lo sfortunato Fabio Cappelli. L’ex calciatore di tante realtà sportive valdarnesi, Sangiovannese e Montevarchi tra tutte, morto all’età di 52 anni, lunedì, nella sua azienda per un arresto cardiaco, è stato accompagnato in questo suo ultimo viaggio da un numero incredibile di persone, dai parenti, con in testa i genitori, ai figli, alla moglie, al fratello e a tutti gli affetti più cari, fino a coloro che, professionalmente, per più anni, ha incrociato nelle varie esperienze calcistiche in giro per la provincia aretina e non solo.

Presente tutto lo staff della Sangiovannese, con il presidente Serafini, l’allenatore Bencivenni, che è stato anche suo compagno di squadra, capitan Rosseti, il Dg Morandini e una rappresentanza di una formazione del settore giovanile, oltre agli amici di sempre, quelli conosciuti dando i primi calci al pallone e che sono divenuti, poi, col passare del tempo dei fratelli acquisiti. Da Andrea Fantini, che ha trascorso con lui ben 10 anni della vita calcistica, ad Alessio Di Mella, Manolo Ermini, Marco Sereni, Guido Carboni, Alfredo Aglietti oltre a Massimiliano Menchetti, il fantasista del Montevarchi che nel 1995 con lui conquistò la promozione in C1 con Piero Braglia in panchina.

Il feretro nella chiesa dei Santi Pietro e Paolo del Bani è arrivato alle 14.45, un quarto d’ora dopo è cominciato il rito funebre che ha visto, in particolar modo, due momenti piuttosto toccanti come il discorso della figlia Sharon, che ha definito suo padre un "eroe senza paura", e subito dopo quello di Manolo Ermini che ha ricordato i bei momenti trascorsi insieme a giro sulle due ruote con l’inseparabile moto oltre ai due calci al pallone, quelli non mancavano davvero mai.

Sulla bara coperta di fiori la maglia azzurra di quando era in forza alla Sangio, il numero cinque con su scritto "Cappelli" che, gelosamente, custodiva e che per un beffardo scherzo della vita, cui tutti non riescono a porsi tante ragioni, lo hanno accompagnato fino all’ultimo minuto della messa che si è conclusa poco prima delle 16.

Fuori dalla chiesa tutti ad accoglierlo, anche uno striscione della gradinata Marco Sestini, il tifo più caldo della Sangiovannese che l’ha visto protagonista in campo per sei anni, con su scritto un semplice ma eloquente "Ciao Fabio".

Da qui il trasferimento nel tempio crematorio di Firenze dove, stavolta per davvero, ha salutato per sempre tutte le persone a lui più care.

Massimo Bagiardi