MARIA ROSA DI TERMINE
Cronaca

Fimer, tempi stretti e salvataggio. In trecento senza certezze: “Serve accelerata”

Il consigliere del presidente della Regione e crisi aziendali Valerio Fabiani è tornato in Valdarno. Ha incontrato il primo cittadino e i sindacati per ribadire la priorità per velocizzare l’iter per ripartire

Dipendenti Fimer davanti al tribunale di Arezzo

Dipendenti Fimer davanti al tribunale di Arezzo

Terranuova (Arezzo), 9 novembre 2023 – Ci vuole un colpo d’acceleratore per salvare la Fimer e tutelare chi vi lavora. A poco meno di un mese dal pronunciamento del Tribunale di Milano che ha certificato lo stato di insolvenza per il gruppo lombardo del solar con uno stabilimento a Terranuova Bracciolini al centro di una vertenza infinita, il consigliere del presidente della Regione Eugenio Giani per lavoro e crisi aziendali Valerio Fabiani è tornato in Valdarno. Ieri mattina ha incontrato nella fabbrica che occupa circa 300 persone il sindaco Sergio Chienni e i rappresentanti di organizzazioni sindacali e Rsu.

All’ordine del giorno l’aggiornamento della situazione per ribadire appunto la priorità di velocizzare l’iter procedurale per il passaggio all’amministrazione straordinaria dell’azienda specializzata nella produzione di inverter per il fotovoltaico. "Il fattore tempo è decisivo", ha affermato Fabiani, che era assistito dalle strutture di unità di crisi e di Agenzia Regionale Toscana per l’Impiego, "visto che gli investitori non mancano, il mercato ha importanti prospettive e l’industria, dopo gli ultimi travagliati anni, non si può permettere ulteriori rallentamenti".

Il pericolo , più volte rimarcato nell’annosa vicenda, infatti, è il depauperamento delle competenze professionali degli addetti definite "rilevantissime", frutto di una storia scritta per decenni nelle imprese che si sono avvicendate nel sito terranuovese, dalla Magnetek alla Power One solo per citarne alcune. Proprio nell’ottica di salvaguardare i dipendenti, preservandone il valore aggiunto, allora, nel summit si è concordato di dare rapidamente continuità agli ammortizzatori sociali che scadranno a fine novembre, riconfermando quanto le tempistiche siano vitali anche per le piccole e medie realtà produttive dell’indotto della valle. Ma dalla riunione è partita pure una richiesta chiara all’esecutivo Meloni, chiamato a mettere in campo peso politico e strumenti nazionali per preservare gli asset di un’azienda così strategica.

"Siamo convinti che il Governo saprà giocare un ruolo attivo – ha concluso il consigliere - e in ogni caso la Regione c’è e ci sarà proseguendo l’impegno accanto a lavoratori e sindacati. Nonostante tutt o quello che è accaduto ci sono tutte le condizioni per ripartire e a tutti dico: vietato sbagliare" . Riavvolgendo il nastro va ricordata la doccia scozzese dell’11 ottobre scorso quando i giudici meneghini dichiararono lo stato di insolvenza ravvisando inadeguatezza dei piani presentati dagli ex amministratori della Fimer.

Provvedimento arrivato quando l’uscita dal tunnel sembrava ormai vicina dopo l’intesa siglata con Greybull Capital & McLaren Applied e il versamento della prima tranche di 5 milioni da parte del fondo inglese deciso ad acquisire il cento per cento del gruppo, presentando un progetto di rilancio da 50 milioni di euro. Gli investitori britannici, peraltro, hanno precisato nei giorni successivi alla decisione del Tribunale milanese la volontà di rimanere impegnati come partner industriali per assicurare un futuro a Fimer collaborando con le parti coinvolte nella ricerca di una soluzione efficace e definitiva.