Fimer, la fabbrica in mezzo al guado Cresce la rabbia dei lavoratori "Passati dalla gioia all’incertezza"

Liviana è in azienda dal 1995. "L’ingresso di Greybull è la nostra salvezza ma la proprietà ritarda l’iter". È vedova e vive con uno stipendio. "Se a metà giugno non sbloccano 10 milioni, torniamo nell’incubo".

Fimer, la fabbrica in mezzo al guado  Cresce la rabbia dei lavoratori  "Passati dalla gioia all’incertezza"

Fimer, la fabbrica in mezzo al guado Cresce la rabbia dei lavoratori "Passati dalla gioia all’incertezza"

di Lucia Bigozzi

"Dalla gioia per l’arrivo della Greybull, siamo passati all’incertezza. È come essere tornati al punto di partenza in pochi giorni". Liviana Rotesi ha 62 anni e sta in fabbrica dal 1995. Il suo primo giorno di lavoro se lo ricorda come fosse adesso: "Qui ha lavorato mia madre, io sono entrata nel reparto dove sono sempre rimasta, cioè dove comincia tutto il processo produttivo". Liviana assembla componenti elettroniche su schede stampate alla Fimer. Così, otto ore al giorno. È fiera di ciò che fa perchè "vedere il prodotto finito e sapere che è iniziato da te, è una grande soddisfazione". Ha difeso insieme a colleghi e sindacati il posto di lavoro nella vicenda culminata qualche settimana fa con il presidio permanente davanti allo stabilimento di Terranuova Bracciolini e ad Arezzo davanti al tribunale nei giorni caldi in cui il giudice doveva decidere sul futuro dell’azienda e il destino di decine di famiglie. Liviana era lì, in prima linea.

L’àncora lanciata da Greybull, titolare della MacLaren Applied Technology è ciò che i lavoratori aspettavano da mesi. Ma adesso "non comprendiamo l’atteggiamento dell’attuale proprietà che sta in qualche modo rallentando lo sblocco dei dieci milioni di euro che Greybull è pronta a corrispondere in base all’accordo". Il ritardo sulla tabella di marcia crea l’incertezza che a Liviana non piace "perchè ora che abbiamo una strada sicura davanti, non vogliamo tornare indietro. Sono fiduciosa e spero che tutto vada per il meglio, ma il punto è che in tutta questa vicenda, ci sono scadenze precise che vanno rispettate".

Tra queste c’è la firma dell’accordo con il colosso inglese fissata per la prossima settimana, ma sopratutto "c’è la data del 15 giugno: se entro questo termine non saranno sbloccati i dieci milioni di euro, non ci sarà più liquidità per continuare a lavorare e a ricevere lo stipendio. In alcuni reparti dello stabilimento ci sono già problemi di approvvigionamento delle materie prime, dovuti anche agli effetti della congiuntura internazionale". La preoccupazione di Liviana è anche quella di una donna rimasta vedova un anno fa, con una figlia trentenne "che lavora ma è precaria" e una casa da mandare avanti. Ogni mese lo stipendio si ferma a 1400 euro e "da sola è dura perchè i soldi bastano per la spesa alimentare e le bollette". È arabbiata Liviana che ragiona come si fa in una famiglia, seppure enorme: Qui ci sono 280 famiglie che sono passate dal sollievo dopo mesi di angoscia, per la proposta di salvataggio da parte di Greybull, a giorni fatti di attesa. Ma non ci arrendiamo".