Fiera, folla come a Natale E’ un sabato da ventimila

Il grande pubblico premia l’entusiasmo degli antiquari: 215 banchi sul percorso. Con il caldo torna anche l’assalto dei camper. Soffre ancora la zona della Badia

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di Alberto Pierini

AREZZO

Fai fatica a salire a stretto tra i banchi del Corso. Non perché siano i primi caldi, non perché l’erta sia diventata una cima Coppi. Ma perché la folla ti circonda. Una folla di maggio, di quelle che magari ti aspetti ma non dai per scontate. E che a tratti somiglia a quella di Natale, nello slalom tortuoso tra gruppetti, famiglie, bambini. E’ la Fiera, bellezza: e pare che stia tornando ad una forma discreta. Ormai sono diverse le edizioni che non scoppiano di salute, beninteso, ma non fanno cilecca. Ad aprile ci ha messo lo zampino il tempo, con un sabato da lupi e da impermeabili pesanti: ma anche con un mezzo recupero di domenica.

Ieri un sabato quasi perfetto. Intanto per il clima: sole e caldo ma non di quelli che d’estate ti tolgono i sentimenti. E poi per la risposta. Sulle vie della Fiera i turisti ci sono, eccome. Un bilancio da circa ventimila in un giorno. I primi sospetti ti vengono dai parcheggi. E forse per una volta da quelli a ridosso delle scale mobili. C’è il ritorno dei camper, una delle tracce forti del turismo primavera-estate.

Un ritorno che pone al Comune il problema di Natale: nuove aree attrezzate. Una c’è, dietro la rotatoria del cavallo, a ridosso di via Tarlati. Un’altra pure, vicina al parcheggio Mecenate ma è in condominio con le aree degli spettacoli viaggianti e dei circhi e forse potrebbe essere destinata stabilmente agli "alberghi" su ruote. La speranza è che le prossime prove ne confermino l’utilità.

L’altro test arriva dagli antiquari: sono 215, quasi al completo. Qui il segno non è di salute ma di convalescenza: 215 è un numero che in una Fiera come quella di Arezzo non può essere esaltato. Ma per risalire la china ci vogliono altri antiquari, un nuovo bando, una sterzata netta. E ora più che mai è il momento di farla, a fronte della seconda giovinezza della Fiera.

Non solo i banchi sono circondati ma qualche buon affare scatta. E gli affari sono ghiotti per tutto l’indotto. Di fronte ai locali vedi la coda robusta dei giorni migliori. La Ztl del weekend è partita con l’handicap, almeno in via Roma e via Crispi venerdì sera le presenze erano sparute. Ma la vecchia Fiera non tradisce, almeno in questa fase. Continua a far fatica l’ala di via Cavour e della Badia, che pur in un’edizione da leccarsi i baffi mostra ampi vuoti. Ma il resto gonfia le vele.

Fino su, a piazzetta della Madonna del Conforto, ad una via Ricasoli che fidelizza gli antiquari più di piazza Grande, all’ombra del Comune. E le presenze sono costanti tutta la giornata. "Sì ma domani piove" commenta un espositore storico, di quelli che frenano gli entusiasmi. Domani sarebbe oggi, le previsioni in effetti qualche dubbio lo sollevano ma la Fiera ha ancora i margini per giocarsi cara la propria pelle.

Buon afflusso in Fraternita per il vintage, costola pur privata dell’evento, sotto le Logge banchi e tavoli gomito a gomito come prima della pandemia. Stamani si riparte, sperando che la domenica dei grandi recuperi non remi stavolta da un’altra parte. Ma una certezza è in cassaforte: la Fiera resta un punto di riferimento forte, soprattutto per il centro. Oggi è la festa del lavoro ma ai numeri di ieri saranno pochi i negozi chiusi. Giusto qualche banco sotto i Portici: il Mercatale raddoppia i giorni ma resteranno cinque stand in tutto. "La festa del lavoro va celebrata" spiega un produttore. Si tiene il sapore di un sabato speciale e dà appuntamento a tutti a giugno. E l’impressione è che tutti ci saranno.